Consumi culturali in ripresa dopo il Covid

Musei, teatri e concerti

Un ulteriore campo di analisi è stato quello degli eventi dal vivo. Anche qui, come nel cinema, la pandemia ha azzerato i consumi, ma la ripresa è stata differente a seconda delle strutture. Infatti, i musei, le mostre e i siti archeologici, avendo gli ingressi contingentati, hanno registrato una ripresa più veloce del numero dei consumatori, mentre più lenta è stata quella di spettacoli e concerti, che però, poi, hanno raggiunto picchi di consumatori superiori al periodo pre-pandemia.

I concerti hanno registrato anche un aumento della spesa media (da 50 a 70 €), così come i festival culturali, mentre rimane sotto la cifra media pre-pandemica la spesa per il teatro. In questo ambito, in particolare, si registra un cambiamento nel modello di consumo: non si sceglie più l’abbonamento, ma si preferisce il consumo occasionale legato ad uno specifico spettacolo in cartellone, sintomo di un modo di consumare più mordi e fuggi, dettato dalla stessa logica on-demand che domina nella televisione. «Viene a mancare il senso di comunità che una volta caratterizzava la frequentazione teatrale – ha commentato Fontana -. Il rischio è quello di una fruizione parcellizzata, dove ognuno guarda quello di cui ha voglia, non si confronta con gli altri, o al massimo esprime la propria necessità al confronto sui social».

Gli eventi dal vivo sono quelli in cui la digitalizzazione ha avuto meno consenso, mentre le misure anti-contagio messe in atto durante e dopo la pandemia si sono rivelate non scoraggianti, anzi, sono state ritenute rassicuranti e funzionali alla ripresa.

La cultura come driver

L’analisi non ha affrontato solamente il cambiamento dei consumi culturali, ma anche come si è modificata la percezione della stessa nel Paese. L’offerta culturale sempre di più viene considerata come un modo per raccontare una città e definire l’identità, un volano economico, sociale e di attrazione turistica. Anche il regalo culturale è sempre di più un’opzione, apprezzato sia quando si dona, che quando si riceve.

Il Rapporto Siae 2023

Negli stessi giorni anche la Siae ha pubblicato il suo Rapporto 2023 su Spettacolo, Intrattenimento e Sport. Da qui emerge che nell’anno passato ci sono stati più eventi (3,5 milioni, +15% sul 2022), più spettatori (quasi 265 milioni, +30% sul 2022), più luoghi di spettacolo (116.681, +14% sul 2022) e la spesa più alta di sempre (4,2 miliardi, +37% sul 2022). Un’inversione di tendenza rispetto al 2020-21 che era già emersa nel 2022, confermando la ripresa. Lombardia in testa per gli spettacoli, seguita da Lazio ed Emilia-Romagna. Roma è la provincia più ricca di eventi (351 mila), e anche il Sud mostra una crescita sull’anno precedente superiore a quella nazionale, tra il +16% (Abruzzo) e il +27,5% (Basilicata). In questo caso, però, il rapporto si limita a fotografare la situazione e l’ampiezza dell’offerta, piuttosto che analizzare le abitudini dei consumatori e le motivazioni dietro alle scelte, per cui è uno strumento meno utile per gli organizzatori, che invece sempre più devono adeguare la loro offerta ai desideri di un pubblico sempre più ampio.

Fonte: Il Sole 24 Ore