Contanti in dogana, al via la stretta valutaria. Sequestri lampo anche per oro, carte e titoli

Contanti in dogana, al via la stretta valutaria. Sequestri lampo anche per oro, carte e titoli

Anche i militari della Guardia di finanza possono accertare le violazioni sul passaggio di contanti e oro in dogana. La nuove norme valutarie di allineamento europeo in vigore da ieri (Dlgs 211/2024 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 gennaio scorso) allargano le competenze del personale di presidio ai valichi doganali, non solo raddoppiando di fatto le autorità abilitate ai controlli, ma introducendo anche nuove procedure più dirette.

La circolare dell’Adm

Le nuove prassi sono illustrate nella circolare dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli pubblicata giovedì 16 gennaio, alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto di allineamento Ue. Il nuovo limite di 10 mila euro in entrata e uscita, che fa scattare l’obbligo di dichiarazione formale, non impedisce alla Gdf di «trattenere» per un periodo limitato (fino a 90 giorni) cifre anche più basse se vi è un generico sospetto di attività criminose collegate al transito di contante. Il trattenimento non interferisce con eventuali altre iniziative della Procura – il sequestro – che, vista la natura penale, “sovrascrivono” il provvedimento amministrativo. Provvedimento che comunque deve essere sempre adeguatamente motivato ed è in teoria impugnabile nelle more con le normali vie amministrative.

Il contante allargato (e l’oro)

Attenzione alla nuova definizione di contante “allargato”: oltre ai romanzeschi rotoli di banconote, da ieri vi rientrano per la legge valutaria anche tutti gli strumenti negoziabili al portatore, i beni utilizzati come riserve altamente liquide di valore e le carte prepagate, e ancora le monete metalliche (comprese quelle che possono ancora essere scambiate tramite banche e intermediari finanziari o banche centrali), tutti gli strumenti negoziabili al portatore (cioé che non prevedono di dover provare la propria identità o il diritto di disporne) e infine le monete con un tenore in oro di almeno il 90 % e i lingotti sotto forma di barre, pepite o aggregati con un tenore in oro di almeno il 99,5 %. Non ultime, ovviamente, le carte prepagate e le carte non nominative.

I pacchi anonimi

L’obbligo di dichiarazione valutaria vige anche per i pacchi postali o comunque non accompagnati: l’attestazione di “paternità” è a cura del mittente o del destinatario, per i pacchi “anonimi” – che hanno segnato una interminabile stagione lungo le ferrovie di confine – il sequestro con destinazione definitiva al Fug (Fondo unico giustizia) appare l’unica via praticabile. Per il denaro trattenuto, in ogni caso, il limite temporale per la rivendicazione è di cinque anni.

Violazioni e sanzioni

Mancata o incompleta/erronea dichiarazione vengono perseguite in dogana con sequestri incrementali (dal 50 % al 100%) della valuta “oltre soglia”, le sanzioni conseguenti vanno dal 30 al 50% dell’eccedenza per piccole “dosi” fino al 100% se si transita con più di 110mila euro. Un percorso di uscita veloce è la classica oblazione a percentuali ridotte – ma solo fino allo sconfinamento di 40mila euro, oltre non si è ammessi all’estinzione veloce, così come i recidivi – mentre la sanzione massima non superabile e non emendabile è di un milione di euro.

Fonte: Il Sole 24 Ore