Contemporanea: il weekend delle gallerie della capitale

Contemporanea: il weekend delle gallerie della capitale

Contemporanea è il titolo di una mostra ormai mitica, curata nel 1973 da Achille Bonito Oliva nel parcheggio di Villa Borghese; ed ora è anche il nome del Gallery Weekend di Roma (10-12 maggio), giunto alla seconda edizione. Un’edizione uno-bis a dire il vero, infatti l’anno scorso lo stesso evento si chiamava Tuttacittà. E se nel 2023 la capofila è stata Ilaria Leone di Ermes Ermes, Contemporanea nasce come espressione della neonata associazione della gallerie il cui presidente (carica annuale) è Gabriele Gaspari di Magazzino. Il cambio di nome e il takeover dell’associazione sul gallery-weekend ha ridotto i tempi dedicati all’organizzazione e a salvare la situazione è stata chiamata Flavia lo Chiatto che in poco tempo è riuscita a portare in città vari collezionisti italiani: Anna e Gianluca Perrella, Marco Curina, Francesco Taurisano, Carla e Roberto Mantica, Valeriano D’Urbano, Agostino Menditto, oltre che ad alcuni nomi emergenti come gli avvocati Francesco d’Ambrosi e Francesco Cristiano. Tutti impegnatissimi nel tour per visitare le 36 le gallerie partecipanti, un tour de force più che altro, che ha lasciato scontente alcune di esse che si sono sentite marginalizzate. Il traffico è pronto a prendersi tutte le colpe.

Le mostre

A vincere la palma di mostra più apprezzata dai collezionisti è stata, «Una macchina è una macchina» alla galleria Erica Ravenna che ha proposto un dialogo tra due mostri sacri come Tomaso Binga e Vincenzo Agnetti, accomunati, in questa mostra, dall’uso della parola come mezzo espressivo, prezzi interessanti dai 6.000 ai 60.000 euro. Molti apprezzamenti per due artisti italiani in due gallerie differenti. Diego Miguel Mirabella, che con un’installazione site specific ha invaso la galleria Studio SALES, una prova di maturità per il giovane artista molto sostenuto dal collezionista cittadino, dai 2.000 ai 4.000 euro i prezzi delle opere esposte. E nel nuovo spazio al Testaccio di Sara Zanin ha avuto molti visitatori la mostra «Poca Notte» di Michele Tocca con dipinti spesso di piccole dimensioni vanno dai 2.000 ai 10.000 euro. Tra gli highlights anche la personale di Xiaoiyi Chen nella sede romana di galleria Matèria, quotazioni assolutamente abbordabili tra i 1.000 e i 15.000 euro. Infine, merita una citazione la new entry tra le gallerie romane Tim Van Laere che ha proposto una personale di Rinus Van de Velde, moltissime le vendite per i suoi quadri proposti tra i 18.000 e i 58.000 euro, soprattutto a stranieri.

A condividere la scena con le gallerie, oltre al traffico, anche la grande offerta data dagli spazi indipendenti, che a Roma spopolano e che fungono spesso da incubatori per gli artisti emergenti da cui le gallerie attingono a piene mani. Tra tutti molto apprezzato Castro project (Contemporary Art STudios ROma), fondato dall’artista Gaia Di Lorenzo, nel quartiere Trastevere, uno dei poli artistici della città insieme a San Lorenzo e la mitica via Margutta. CASTRO è un progetto formativo che si basa su una didattica collaborativa ed ospita ogni anno artisti e curatori dando loro uno spazio e organizzando una serie di incontri di alto livello per la loro crescita, i borsisti attuali sono Rihanata Bigey, Ayse Idil Idil, Anaïs Horn, Ohii Katya, Chiara Pagano, Aliaskar Abarkas, a giugno il prossimo imperdibile Open Studio.

Oltre il weekend

Allargando lo sguardo oltre il weekend e oltre alle mostre di gallerie e istituzioni, alcune iniziative di questi giorni raccontano di una Roma creativa e in salute nonostante un’atavica penuria di collezionisti di contemporaneo, almeno se paragonata a Milano, e di un sistema museale che fatica ad imporsi a livello internazionale. Tra i partner del gallery-weekend c’è Molto, brand della ristorazione di proprietà del collezionista Lorenzo Bassetti, ha ospitato la cena di Contemporanea nel suo nuovo spazio, Molto Depositi a piazza Bainsizza, inaugurato giusto qualche giorno prima e dedicato a mostre di design. Un esempio virtuoso di riqualificazione urbana, visto che ha rianimato un deposito di tram ormai in disuso di proprietà del comune. Oltre a mobili ed oggetti di design da collezione campeggiano gli arazzi prodotti da A Collection e realizzati da Giovanni Bonotto a quattro mani con diversi artisti tra cui Giovanni Ozzola e Christian Fogarolli, grande interesse e prezzi dai 12.000 ai 20.000 euro. Molto è anche uno dei rari esempi del dialogo arte-azienda nella capitale, eccezion fatta per le partecipate statali.

L’antico lancia un premio

Da segnalare anche un’iniziativa della Galleria Antonacci Lapiccirella, storico nome tra gli antiquari, che ha infatti lanciato in questi giorni il premio Margutta54 con il patrocinio dell’Associazione Antiquari d’Italia: il premio è dedicato ai giornalisti under 40 che scrivono d’arte e verrà assegnato a settembre. Mercoledì 15 maggio ci sarà un altro evento legato ad arte ed editoria, un progetto di Alberto Maggini e realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council. Verrà infatti lanciata la rivista d’artista ADORE, the waste of our adornments, che si annuncia come un grande happening cultural-mondano, binomio indispensabile nella vita sociale della capitale. Quello appena trascorso è stato un weekend lungo, che ha acceso le luci sul volto più contemporaneo della città eterna, ben oltre le gallerie stesse. È quello di cui Roma ha bisogno e che ci si augura avverrà sempre di più in futuro, traffico permettendo.

Fonte: Il Sole 24 Ore