Contratti di filiera nell’agroalimentare, via al bando da 1,2 miliardi del Pnrr
«Prende forma un’altra fondamentale progettualità del Pnrr. Si tratta di una misura che ho fortemente voluto implementare nel mio mandato». È il commento del ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, al varo avvenuto sabato 23 aprile del quinto bando per i contratti di filiera, misura che può godere su una dotazione di oltre 1,2 miliardi di euro dal fondo degli investimenti complementari del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La misura, rende noto il Mipaaf «è finanziata dal fondo degli investimenti complementari al Pnrr» e i beneficiari «saranno le imprese che concorrono direttamente alla produzione, raccolta, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e agroalimentari e le imprese che forniscono servizi e mezzi di produzione». Per beneficiare dell’agevolazione «le imprese dovranno aver sottoscritto un accordo di filiera, in ambito territoriale multiregionale, finalizzato alla realizzazione di un programma integrato a carattere interprofessionale ed avente rilevanza nazionale. L’importo totale dei costi ammissibili riconducibile ad una sola regione non può superare l’85% del totale dei costi ammissibili del Contratto di filiera».
Sono ammessi, specifica il Mipaaf, i seguenti investimenti: investimenti in attivi materiali e attivi immateriali nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria; investimenti per la trasformazione di prodotti agricoli e per la commercializzazione di prodotti agricoli; investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agroalimentari; partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure promozionali a favore dei prodotti agricoli; organizzazione e partecipazione a concorsi, fiere o mostre; progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo; partecipazione alle fiere e per gli investimenti volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili effettuati da imprese di trasformazione. Sono ammessi alle agevolazioni i Contratti di filiera il cui importo complessivo degli investimenti ammissibili sia compreso tra 4 e 50 milioni di euro. Le agevolazioni saranno concesse nella forma del contributo in conto capitale e del finanziamento agevolato, subordinate alla concessione di un finanziamento bancario. Con successi avvisi, conclude la nota, verranno destinate le ulteriori risorse ai distretti del cibo, al settore ittico e a quello forestale.
Positivi i commenti delle associazioni di categoria dell’agroalimentare. «Siamo pronti ad investire nelle principali filiere agroalimentari, sfruttando al massimo le risorse del Pnrr destinate ai contratti di filiera – commenta Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia –. L’apertura da parte del Mipaaf del V bando rappresenta una prima concreta efficace risposta italiana alla crisi alimentare in attesa di risposte più efficaci anche da parte dell’Europa. Ci aspettiamo coraggio dalla Commissione europea, che parta da posticipo della Pac come richiesto da Filiera Italia insieme a Coldiretti e come sostenuto anche dal Ministro Patuanelli».
Secondo il presidente dell Coldiretti Ettore Prandini, «il bando salva le filiere Made in Italy, dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura per utilizzare 1,2 miliardi negli investimenti come richiesto nella lettera appello della Coldiretti al premier Mario Draghi nel corso della mobilitazione degli agricoltori in tutta Italia. Il bando permette alle nostre imprese di contare su finanziamenti importanti per costruire traiettorie di futuro in una fase incerta come quella che stiamo vivendo».
«Il modello dei contratti di filiera – continua – consente di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori dall’aumento dell’inflazione ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali in una situazione in cui oggi più di 1 azienda agricola su 10 (11%) rischia di cessare l’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo».
Fonte: Il Sole 24 Ore