Convention dei Repubblicani americani, in agenda l’intervento di Meloni sabato

Convention dei Repubblicani americani, in agenda l’intervento di Meloni sabato

È previsto sabato pomeriggio l’intervento della premier Giorgia Meloni al Cpac, la convention dei Repubblicani americani a Washington. Nell’agenda dell’evento, «il più grande e influente raduno di conservatori al mondo» come si legge sul sito, è in programma nella giornata conclusiva, alle 13.15 locali, le 19.15 italiane. Si attende ancora la conferma della partecipazione di Meloni, che comunque, a quanto si apprende, non sarà in presenza. Sabato è in programma anche l’intervento del presidente argentino Javier Milei. Quello di Meloni nella scaletta occupa uno slot di 15 minuti, segue quello di Tom Homan, lo zar dei confini dell’amministrazione Trump, e precede quello conclusivo di Elise Stefanik, l’ambasciatrice designata di Donald Trump per l’Onu.

Le bordate di Trump

Intanto mentre Donald Trump alza il volume degli affondi con le bordate contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky («un dittatore mai eletto») e l’avvertimento all’Europa, separata dagli Usa da «un grande e meraviglioso oceano», Palazzo Chigi continua sulla linea del silenzio. Dal punto di vista diplomatico e geopolitico, sono parole su cui è difficile esprimersi per chi non più di cinque giorni fa ha rinnovato il sostegno al presidente ucraino e da novembre cerca di imporsi in Europa come interlocutore privilegiato della nuova Casa Bianca. Nessuna dichiarazione ufficiale, più che alle dichiarazioni, si guarda alla prospettiva di pace, augurandosi che si arrivi il prima possibile a un accordo. Prima di allora, «è impossibile fare valutazioni».

Le posizioni diverse nel governo

Non ha invece problemi a esporsi il vicepremier Matteo Salvini: «Ho enorme stima di Trump che sta facendo in poche settimane più di Biden in quattro anni – ha dichiarato -, nell’interesse di tutti, a partire dall’Occidente, e quindi anche nostro». E ha aggiunto: «Se uno riesce a mettere al tavolo Putin e Zelensky, Netanyahu e i Paesi Arabi gli diamo il Nobel per la Pace, altro che bullismo». Parole non condivise dall’altro vicepremier Antonio Tajani. «Sono sue opinioni (di Matteo Salvini, ndr), non devo commentare tutte le idee e le proposte di tutti coloro che parlano nel mondo. Ognuno ha le sue idee e valutazioni legittime e giuste. Non fa parte della politica di governo o dell’accordo di maggioranza chi deve diventare premio Nobel»

Macron e Starmer a Washington la prossima settimana

Emmanuel Macron la prossima settimana sarà a Washington, probabilmente assieme al primo ministro britannico Keir Starmer. Una novità considerata “normale”, ai piani alti del governo, perché Parigi e Londra sono quelli che più spingono per lo schieramento di truppe sotto il cappello dell’Onu, e siedono nel Consiglio di sicurezza, dove passa questo genere di decisioni. Di certo Palazzo Chigi non arretra sulla linea già esposta da Meloni all’Eliseo: «Inviare truppe in Ucraina non è la soluzione». L’attivismo del presidente francese, che ha portato al doppio summit all’Eliseo, finora è stato vissuto con scetticismo da Palazzo Chigi, dove si punta a una risposta unitaria dell’Ue. Le cancellerie europee lavorano a un Consiglio straordinario a Bruxelles. Nel governo circola comunque “ottimismo”, accompagnato dalla convinzione che «l’Ue deve provare a fare l’Ue e dialogare con Trump per quanto sia complicato»

Fonte: Il Sole 24 Ore