Corea del Sud, la faticosa ricerca di una mediazione sull’arresto di Yoon

Corea del Sud, la faticosa ricerca di una mediazione sull’arresto di Yoon

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Una soluzione alla fase più acuta della crisi politica in corso da oltre un mese in Corea del Sud non è ancora a portata di mano, ma venerdì ci sono stati i primi timidi tentativi di disinnescare il rischio di uno scontro tra i diversi apparati di sicurezza dello Stato. Il capo del Presidential Security Service, che una settimana fa si era schierato a difesa della residenza del presidente Yoon Suk Yeol e ne aveva impedito l’arresto, ha dato le dimissioni. Una decisione comunicata al presidente ad interim dopo essere stato interrogato dalla Polizia sul suo ruolo nei fatti di venerdì scorso. Prima di entrare nel quartier generale della Polizia, il capo della guardia presidenziale ha parlato con i giornalisti ribadendo che arrestare Yoon sarebbe un errore e comunque «non ci dovrà essere assolutamente nessuno scontro o versamento di sangue».

Mille agenti pronti a intervenire

Dimissioni e invito alla calma a parte, la giornata non è stata prodiga di notizie rassicuranti. In parte perché il livello dello scontro verbale tra gli attivisti pro e contro Yoon ha fatto un nuovo salto di qualità quando i primi hanno paventato il rischio di una «guerra civile» in caso di arresto. In parte perché le preparazioni per un intervento armato, in grado di “estrarre” dalla propria residenza il presidente in stato d’accusa proseguono, con la chiamata a raccolta di un migliaio di agenti. L’operazione si annuncia complessa perché le vie d’accesso all’edificio sono bloccate da rotoli di filo spinato e bus parcheggiati strategicamente. Senza contare che, a difesa di Yoon, si stima ci siano 500 uomini armati.

Quel che dicono i sondaggi

Sul fronte più strettamente politico, nell’opinione pubblica cominciano a emergere i primi segni di stanchezza per via dello stallo sulla sorte del presidente che il prossimo 14 dicembre andrà a processo davanti alla Corte costituzionale. Un sondaggio di Gallup Korea ha registrato una flessione dal 75 al 64% della percentuale di coloro che chiedono che il presidente sotto impeachment venga rimosso. Anche il tasso di popolarità del People Power Party di Yoon è risalito a livelli non lontani da quelli immediatamente precedenti il tentato colpo di stato del 3 dicembre, intorno al 34%, dopo essere crollato al 24% un mese fa. Uno dei fattori in gioco sembra essere anche la non enorme popolarità di Lee Jae-myung, il leader del Democratic Party e il favorito (processi permettendo, anche lui ha guai con la giustizia) a succedere a Yoon alla guida della quarta economia dell’Asia.

Partiti ancora lontani da un accordo

Il presidente ad interim Choi Sang-mok, dopo aver precedentemente respinto l’ipotesi dell’opposizione di nominare un procuratore speciale per indagare la vicenda, ha proposto l’individuazione di una figura simile, ma condivisa tra i partiti. Un’idea che non ha fatto breccia tra i parlamentari di opposizione che hanno accusato Choi di voler legittimare la resistenza opposta da Yoon e i suoi sostenitori a un mandato d’arresto regolarmente emesso da un tribunale.

Fonte: Il Sole 24 Ore