Corporate America, la grande retromarcia su diversità e inclusione

Corporate America, la grande retromarcia su diversità e inclusione

Meta e Walmart, McDonald’s e Disney, General Motors e persino il pioniere BlackRock. Dal mondo tech all’universo media, dal manifatturiero a retail e finanza, è scattata la grande retromarcia dei protagonisti della Corporate America, che abbandonano, tagliano, rivedono o rinominano le politiche raccolte sotto la sigla «Dei», diversità, equità e inclusione. Una retromarcia brusca: l’acrononimo era andato a ruba nel 2020, in risposta alle proteste antirazziste scaturite dall’omicidio dell’afroamericano George Floyd. Simbolo della lotta a ingiustizie sociali e discriminazioni che permanevano contro le minoranze come anche le donne. E incarnazione di quello stakeholder capitalism celebrato dalla Business Roundtable e che non voleva più curarsi solo di azionisti e profitti. Quel termine è oggi archiviato e l’etichetta Dei, allora indossata con orgoglio, adesso diventa un marchio tossico di cui sbarazzarsi nella nuova era di Donald Trump. Più d’una azienda ha citato la necessità di tener conto del «cambiato» clima, legale oltre che politico.

La controrivoluzione è ordinata o ispirata dai decreti del Presidente: Trump ha denunciato tutto ciò che riguarda Dei, annunciandone l’eliminazione nel governo, e con essa del personale e degli uffici dedicati. Si è spinto indietro nella storia, per revocare anche regole del 1965 contro la discriminazione sul lavoro per imprese con contratti federali. E ha «incoraggiato» il settore privato a «porre fine all’illegale Dei», pena indagini delle authority sulle aziende che non si adeguino. La validità delle sue mosse è al centro di dispute in tribunale, ma il loro effetto si fa comuque sentire. Il Segretario alla Giustizia Pam Bondi ha disseminato un memorandum per preparare «inchieste, eliminazione e penalizzazione» di Dei e Deia (comprende l’accessibilità), cioè di simili «preferenze, mandati, politiche, programmi e attività nel settore privato e nelle istituzioni educative che ricevono fondi federali». L’idea di fondo è che occorra una guerra alla discriminazione rovesciata e antitetica alla «meritocrazia». Nonostante i dati: oltre metà dei senior manager nella Corporate America, ha rilevato il Wall Street Journal, sono tuttora bianchi e uomini.

Per non lasciare dubbi, la prima inchiesta di alto profilo a caccia di pubbliche o segrete strategie messe all’indice è già partita su Comcast, colosso di Tv e comunicazioni, da parte dell’agenzia di supervisione Fcc. Comcast è tra le aziende che hanno ammorbidito Dei, ma è anche nella lista dei nemici di Trump: controlla il canale liberal Msnbc.

Nel nuovo clima, in prima fila a invertire la rotta sono parse le Big Tech, dove da decenni è di casa una vena ultra-conservatrice nonostante la fama progressista. Meta, guidata dal Ceo Mark Zuckerberg di recente scagliatosi contro aziende «castrate e effeminate», ha messo al bando il Dei. Non è il solo: Amazon ha ripulito i suoi documenti da menzioni di Dei e Google ha cancellato obiettivi di assumere dipendenti da «gruppi sottorappresentati». Tra i casi eccellenti, fuori da Silicon Valley, ci sono Walmart e General Motors. Gm ha fatto sparire dal suo rapporto annuale i paragrafi su Dei. E Walmart, maggior datore di lavoro Usa, non considererà criteri di razza o genere per diversificare i fornitori, riesaminerà il sostegno e eventi quali manifestazioni di gay pride e ha tolto i fondi al suo Centro per l’uguaglianza razziale, dove aveva iniettato cento milioni con il Ceo Doug McMillon salito sulle barricate contro il «razzismo sistemico».

Ancora: Disney ha riformato di performance che includevano la diversità e tolto promozioni di storie e talenti sottorappresentati. PepsiCo ha rinunciato alla trasparenza sulla composizione della sua forza lavoro e a frasi dedicate alla diversità come cruciale a innovazione e reputazione. Nella finanza Goldman Sachs non solo ha eliminato la sezione Dei dall’Annual Report ma anche riferimenti ai target di diversità. Sparito il requisito che le aziende che porta in Borsa abbiano due esponenti della «diversità»”, tra i quali una donna. E BlackRock, pioniere di Dei a Wall Street, ha tolto i riferimenti dal rapporto annuale.

Fonte: Il Sole 24 Ore