Corti tributarie d’appello, la mappa dei tagli: restano quattro sezioni distaccate

Corti tributarie d’appello, la mappa dei tagli: restano quattro sezioni distaccate

Nell’ipotesi di ridimensionamento delle Corti tributarie, si punta anche al taglio delle sedi distaccate di secondo grado. Nel piano elaborato dal ministero dell’Economia scendono da 14 a quattro, oltre ai 20 uffici d’appello presenti comunque in ogni capoluogo di regione.

Il dossier è sulla scrivania del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt), l’organo di autogoverno della giurisdizione che ora dovrà fare le dovute valutazioni per elaborare una controproposta (si veda l’intervista a destra). La riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie, infatti, è contenuta nella legge delega, da attuarsi entro il 31 agosto. In ballo ci sono le erogazioni del Pnrr e la riuscita della legge di riforma 130 del 2022, che introduce un numero limitato di giudici (576 tra primo e secondo grado) ma professionali e impiegati a tempo pieno.

Il taglio in secondo grado, si diceva. Verranno meno le sedi distaccate di Pescara, in Abruzzo; Salerno, in Campania; Latina, nel Lazio; Foggia, Lecce e Taranto, in Puglia; Sassari, in Sardegna; Caltanissetta, Catania, Messina e Siracusa, in Sicilia.

Nel piano, come anticipato dal Sole 24 Ore di giovedì scorso, l’accorpamento più consistente è quello preventivato per le Corti di primo grado, che scendono dalle attuali 103 a 39. La sede di Aosta – che mantiene l’ufficio del secondo grado – finisce accorpata alla Corte di Torino assieme alle sedi di Asti e Cuneo. Sempre in Piemonte, oltre al capoluogo di regione, resta la sede di Alessandria, che assorbe Biella, Novara, Verbania e Vercelli.

In Lombardia, con Milano, sono fatte salve anche Cremona e Bergamo che vanno a incorporare Lodi, Mantova, Pavia, Brescia, Como, Lecco, Sondrio e Varese. In Friuli-Venezia Giulia il capoluogo, Trieste, perde la Corte (ma mantiene la sede di appello), accorpata con Pordenone e Gorizia all’ufficio di Udine. In Veneto le Corti di Belluno, Padova, Treviso, Rovigo e Vicenza si fondono nelle sedi di Venezia e Verona.

Fonte: Il Sole 24 Ore