Così Apple prova a mandare in pensione il Pos

Così Apple prova a mandare in pensione il Pos

La notizia è quella che potete leggere in questo articolo di Pierangelo Soldavini. E sembra dire una cosa abbastanza chiara: è ora di mandare in pensione i Pos. O almeno è quello che tenta di fare Apple, col suo Tap to Pay. Se ci riuscirà sarà tutto da vedere. Di certo, però, la società di cupertino indica una strada. Ed è una strada che ha presupposti decisamente validi.

In primis perché abbatte alcuni costi per gli esercenti: in media, un Pos costa fra gli 8 e i 9 euro al mese di canone. Mentre Tap to Pay viene proposto gratis (è una applicazione, che fa dell’iPhone un Pos, scaricabile su AppStore), e funziona con le carte di credito, debito e prepagate contactless dei principali circuiti di pagamento, come American Express, Discover Global Network, Diners, Mastercard e Visa.

Poi perché è uno strumento integrato in uno smartphone, dunque si presta alla mobilità ed è sempre a portata di mano.

Tap to Pay su iPhone è disponibile per chi fornisce piattaforme e sviluppa app di pagamento in Italia, che potranno integrarlo nelle proprie soluzioni iOS mettendolo a disposizione degli esercenti loro clienti. Adyen, myPOS, Nexi, Revolut, Stripe, SumUp e Viva sono le prime piattaforme di pagamento a offrire da oggi Tap to Pay su iPhone agli esercenti italiani loro clienti, e sarà presto disponibile anche con Fabrick, Numia, e Sella.

Privacy e innovazione

«Tap to Pay su iPhone ha rivoluzionato l’esperienza di checkout in tantissime tipologie di attività commerciali in Europa e in altri Paesi, e siamo felici di collaborare con le piattaforme di pagamento per supportare gli esercenti in Italia offrendo loro un modo semplice, sicuro e privato per accettare pagamenti contactless tramite iPhone e un’app iOS abilitata da un partner, senza necessità di ulteriori dispositivi», ha affermato Jennifer Bailey, Vice President of Apple Pay and Apple Wallet in Apple.

Fonte: Il Sole 24 Ore