Così gli amari vogliono crescere nella fascia premium
Nonostante non siano immuni al calo dei consumi che coinvolge gli alcolici, gli amari hanno forti potenzialità di crescita all’estero e nella fascia premium. Pur senza arrivare a parlare degli effetti delle “campagne salutistiche” o delle “crociate antialcol” è chiaro che anche le politiche del “bevi responsabilmente” portate avanti dagli stessi produttori non possono non avere la conseguenza di un calo dei volumi consumati e di un aumento degli investimenti sulla qualità, alla ricerca di maggior valore aggiunto per le aziende.
In questo contesto l’amaro sta vivendo una seconda giovinezza con gli italiani che ne ricoprono la cultura e le radici locali. Ed essendo soprattutto consumato a fine pasto (e ora anche nei cocktail e negli aperitivi), può avere interessanti chance di crescita. Se ne è discusso nel primo World Amaro Day, che si è tenuto a Pisticci (Matera) negli spazi di Essenza Lucano, il museo aziendale di Lucano 1894.
Giro d’affari in tenuta
Secondo i dati presentati da Niq, da agosto 2023 ad agosto 2024 i volumi di vendita negli amari nella grande distribuzione sono scesi del 3,2% in un contesto che vede gli spirits (esclusi quindi birra e vino) a -5,1%. A valore invece il calo è dell’1,3%, dopo un aumento nell’anno precedente dello 0,8% ottenuto grazie a un balzo dei prezzi del 6,4%. Il trend a valore è previsto pressoché costante per i prossimi due anni, con un lieve calo a volume. Le vendite online e nei canali specializzati sono in crescita dell’8%, ma valgono solo il 2% del mercato a fronte di un giro d’affari che sfiora i 220 milioni. Sono però esclusi i consumi fuori casa, ma si può stimare che questi valgano tra il 30 e il 40% del totale e in volume e molto di più a valore.
Attualmente in Gdo il 25% di bottiglie costa tra i 16 e i 20 euro e genera il 45% dei ricavi. È una quota in crescita rispetto agli anni scorsi, ma è anche vero che il 25% di prodotti che costa di più vale solo il 5% del business. La “premiumizzazione” è dunque in atto, ma non è ancora significativa per un mercato dove l’elasticità al prezzo risulta alta, e dove quindi i consumatori difficilmente continueranno a comprare un amaro se questo aumenta sensibilmente di prezzo.
«Tuttavia in un contesto di calo dei consumi è interessante notare come sia diminuita la frequenza di acquisto ma non la penetrazione, cioè il numero di famiglie che acquistano – commenta Matteo Fortarezza di Niq – e anche come negli ultimi dieci anni siano aumentati dal 10 al 16% i millennials che dichiarano di consumare amari. Non a caso questo segmento, insieme a gin e tequila, è l’unico a vedere crescere gli spazi dedicati negli scaffali dei supermercati, dove mediamente sono esposte 14 referenze, più che per ogni altro tipo di liquore».
Fonte: Il Sole 24 Ore