
Così il credito sostiene i consumi delle famiglie
Sei famiglie italiane su dieci hanno fatto ricorso al credito al consumo o con un mutuo nel 2024 con un +12,8% sull’anno precedente. Un aumento trainato soprattutto dalle richieste di prestiti finalizzati, quelli chiesti per l’acquisto di beni e servizi come per esempio auto, moto, prodotti di elettronica di consumo, elettrodomestici, mobili, che hanno una quota vicina al 50%. Seguono i tradizionali prestiti personali al 29% (+1,6%) mentre rallentano i mutui, a causa anche del lento ribasso dei tassi, al 23,5%. Per quanto riguarda l’andamento delle rate il trend è sostanzialmente allineato a quello dell’inflazione. Per i finalizzati la rata è in media di 134 euro al mese, per i prestiti personalizzati 252 euro mentre quella del mutuo per l’acquisti dell’abitazione è a 591 euro. Lo scorso anno la rata media rimborsata è stata di 277 euro, un valore stabile, mentre l’importo residuo, ovvero la somma degli importi pro capite ancora da rimborsare per estinguere i contratti in essere, è in calo rispetto all’anno precedente (-9,8%) ed è pari a 31.653 euro. È quanto rivela la Mappa del Credito realizzata da Mister Credit – l’area di Crif che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – partendo dall’analisi dei dati disponibili in Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif.
«Nel corso dell’ultimo anno il credito erogato alle famiglie ha mostrato una ripresa, sostenuto da una politica monetaria più accomodante e da una situazione sul mercato del lavoro complessivamente positiva – commenta Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif -. Oggi quasi 6 italiani su 10 ricorrono al credito ma con attenzione alla sostenibilità della rata mensile che rimane sostanzialmente stabile. Sono però i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi e altro a risultare la forma di finanziamento più diffusa, con una quota che arriva quasi al 50% del totale. Al primo posto troviamo le spese relative alla casa (34,1%), seguite dai mezzi di trasporto (30%) e da elettronica ed elettrodomestici (21,1%)».
Le regioni in cui le famiglie ogni mese rimborsano la rata media più elevata sono il Trentino-Alto Adige, con 402 euro, la Lombardia con 319 euro, e il Veneto, con 306 euro. Seguono l’Emilia-Romagna e il Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente con 296 e 293 euro. Per interpretare questa dinamica va considerato che in tutte queste regioni si rileva una elevata incidenza dei mutui, che si caratterizzano per un importo da rimborsare decisamente più elevato rispetto alle altre forme tecniche considerate, senza dimenticare che spesso il valore degli immobili risulta mediamente più consistente rispetto ad altre aree. Sempre in queste regioni il reddito disponibile risulta spesso più elevato rispetto alla media nazionale e questo consente ai consumatori di rimborsare una rata più elevata senza intaccare il livello di sostenibilità finanziaria. Specularmente, è al Sud e nelle Isole che troviamo le rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria, dove si attestano a 233 euro, in Molise (235 euro) e in Sicilia (235 euro) in virtù della più modesta incidenza dei mutui.
Per quanto riguarda il dettaglio territoriale a livello provinciale Bolzano è il capoluogo dove si registra la rata media più elevata, qui vengono rimborsati 439 euro (+11,8%). Seguono Sondrio, con 376 euro, Trento, con 364 euro, che supera Milano, con 360 euro, e Bologna, con 333 euro. Queste le province con un’incidenza dei mutui superiore alla media nazionale. All’estremo opposto le rate più basse si trovano in provincia di Sud Sardegna e Frosinone con medie di 218 e 220 euro. Tra le province in cui la rata media rimane inferiore ai 230 euro si segnalano anche Enna, Reggio Calabria e Trapani. In tutte queste province i mutui hanno una incidenza molto più bassa della media italiana a vantaggio della quota dei prestiti personali e finalizzati.
Il Trentino-Alto Adige svetta nella classifica del debito residuo da rimborsare: è al primo posto del ranking nazionale, con 48.214 euro pro capite, seguito dalla Lombardia, con 40.575 euro. Emilia-Romagna e Veneto si caratterizzano per un’esposizione residua intorno ai 38.000 euro. Nel complesso in tutte queste regioni si evidenzia una elevata incidenza dei mutui nel portafoglio.All’estremo opposto della classifica, con soli 19.301 euro, gli abitanti della Calabria risultano avere un debito residuo pari circa alla metà di quello dei veneti e degli emiliano-romagnoli. Peraltro, solamente nelle regioni del Sud e Isole, il valore che rimane ancora da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso risulta inferiore ai 25.000 euro. Rispetto all’anno precedente si registra un decremento del debito residuo in tutte le regioni, tranne il Trentino-Alto Adige, dove aumenta del 3,2%. In questa regione si rileva un aumento della quota dei mutui, che passa dal 25,7% al 28,4% sul totale dei finanziamenti, mentre nelle altre regioni si assiste soprattutto alla crescita della quota dei prestiti personali o finalizzati.
Fonte: Il Sole 24 Ore