Covid, ecco perché contagi e morti tornano a crescere in Italia

Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La Regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec. Sono i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di sanità.

Il lieve rialzo non sorprende

Il rialzo dei casi Covid «è nella norma perché siamo alle porte dell’autunno, ci aspettiamo un aumento dei contagi. Si sono riaperte le scuole e i mezzi pubblici sono pieni e la mascherina non la porta nessuno». Per quanto immaginabile, il trend non è motivo di preoccupazione a livello generale secondo Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. «I dati sono nella norma e anche le Regioni con più contagi, dalla Lombardia al Veneto, sono quelle con più mobilità di persone. Questo piccolo rialzo potrebbe anche salire ma è davvero tutto nella norma» del periodo. Qualche perplessità riguarda invece l’impatto di grandi eventi alla porta. «Mi immagino però cosa potrà accadere con il Giubileo, serve sorveglianza sulle malattie infettive», aggiunge Ciccozzi. E comunque «a chi è fragile, anziano e immunodepresso, suggerisco il vaccino».

Ascesa verso una nuova onda

La crescita dei numeri di Covid in Italia, evidenziata dall’ultimo bollettino settimanale, riflette un «andamento prevedibile» nell’ambito delle «ondulazioni tipiche» dell’infezione da SARS-CoV-2. E «probabilmente siamo in una fase di ascesa che proseguirà», portando a «un’onda successiva dopo l’ultima che ha avuto un picco a fine luglio, inizi agosto». È la previsione del virologo Fabrizio Pregliasco, che commenta all’Adnkronos Salute il rialzo dei contagi, particolarmente marcato in Lombardia. «Non vorrei ripetermi, ma vale la solita metafora delle onde come quelle disegnate da un sasso in uno stagno», insiste il direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’università Statale di Milano. «Purtroppo l’emergenza delle nuove, ultime varianti» del coronavius pandemico «non fa altro che favorire questo rialzo, questa ondulazione che continuerà» con picchi «ogni 4-6 mesi», ribadisce l’esperto. «Si conferma questa modalità di Covid», uno schema epidemiologico «che ancora oggi non vede una stagionalità, ossia una facilitazione delle infezioni dovuta alle condizioni meteorologiche, bensì onde legate di volta in volta alla comparsa di nuove varianti». Di qui la sollicitazione a fragili e anziani i quali «devono fare quanto prima un richiamo di vaccino anti-Covid» aggiornato alle nuove varianti di SARS-CoV-2. «Si vaccinino contemporaneamente per Covid-19 e influenza stagionale».

Tasso di positività dal 10% al 13%

Nella settimana rilevata ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte. L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

Fonte: Il Sole 24 Ore