Covid, effetto scuola: l’incidenza cresce nella fascia di età 10-19 anni

Covid, effetto scuola: l’incidenza cresce nella fascia di età 10-19 anni

Nuovi segnali di preoccupazione arrivano dal fronte dell’epidemia di Covid complice, avvertono gli infettivologi, anche la riapertura delle scuole. Nell’ultima settimana l’incidenza dei nuovi contagi ha registrato un balzo da 215 a 325 casi per 100mila abitanti ed anche l’indice di trasmissibilità Rt è tornato sulla soglia di allerta epidemica di 1, come lo scorso luglio. Con crescita osservata in particolare nella fascia di età 10-19 anni.

L’incidenza dei casi

I dati dell’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute indicano che gli indici sono in risalita ed i timori crescono anche in vista dello stop all’obbligo di mascherine sui mezzi di trasporto pubblici a partire dall’1 ottobre. A preoccupare gli epidemiologi è innanzitutto l’andamento dell’incidenza dei casi, che questa settimana supera la soglia di 600 per 100mila abitanti – quasi il doppio rispetto alla media nazionale di 325 – nelle Province autonome di Trento e Bolzano: è infatti pari a 637,6 a Bolzano e 633 a Trento. La terza Regione con la maggiore incidenza è il Veneto con 557. E sono cinque, rispetto alle due della settimana scorsa, le Regioni classificate a rischio alto: Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Veneto. Le restanti 16 sono invece classificate a rischio moderato. Anche l’Rt è tornato a salire.

Nessuna pressione sugli ospedali

È dallo scorso luglio che l’indice di trasmissibilità non raggiungeva la soglia epidemica dell’unità. Insomma, un quadro da monitorare con attenzione anche se, per il momento, non si registra un aumento significativo della pressione sugli ospedali e le terapie intensive in tutte le Regioni si mantengono sotto la soglia di allerta del 10% di occupazione da parte di pazienti Covid. Il tasso nazionale di occupazione in terapia intensiva è infatti stabile all’1,4%, ma quello nelle aree mediche a livello nazionale sale invece al 6% contro il 5,3% dello scorso 22 settembre. Inoltre, segnala la tabella sugli indicatori decisionali allegata al monitoraggio, in 3 Regioni si supera la soglia di allerta del 15% di occupazione nei reparti ordinari: si tratta della Provincia autonoma di Bolzano (20,2%), Umbria (17,8%) e Valle d’Aosta (16,4%).

Rezza: effettuare richiami dei vaccini

Negli ultimi sette giorni, avverte il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza «si è quindi verificato un sensibile aumento dell’incidenza. E dato l’aumento della velocità di circolazione virale, che adesso comincia ad essere abbastanza sostenuto, è importante mantenere comportamenti prudenti e soprattutto effettuare le dosi di richiamo dei vaccini. Questo riguarda soprattutto le persone a rischio al fine di evitare le conseguenze più gravi della malattia». Rispetto invece ai dati giornalieri segnalati dal bollettino del ministero, sono 34.479, in diminuzione rispetto a ieri, i nuovi contagi registrati nelle ultime 24 ore (ieri 37.522). Le vittime sono 38, in aumento rispetto alle 30 di ieri, ed il tasso di positività è al 18,8% (ieri era al 18,9%). Sono invece 136 i ricoverati in terapia intensiva, ovvero 5 in meno, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono invece 4.101, 252 in più.

Mascherine per strutture sanitarie e Rsa

Intanto, dall’inizio di ottobre cade l’obbligo delle mascherine sui mezzi di trasporto come bus e treni, mentre resta ancora in vigore fino alla fine di ottobre nelle strutture sanitarie e Rsa. La proroga da parte del ministro della Salute dell’obbligo di mascherina nelle strutture sanitarie rappresenta «un’ordinanza di buon senso a tutela dei pazienti fragili e auspichiamo si adotti questa scelta anche per tutto il periodo dell’influenza stagionale», afferma il segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti.

Fonte: Il Sole 24 Ore