cresce la tensione per il programma missilistico”

cresce la tensione per il programma missilistico”

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Un alto funzionario dell’amministrazione Biden ha definito il Pakistan «una minaccia emergente» per gli Stati Uniti, lasciando trasparire in maniera insolitamente chiara la preoccupazione con cui Washington guarda al programma missilistico di Islamabad e fino a che punto i rapporti tra i due Paesi si sono incrinati dopo il ritiro delle forze americane dall’Afghanistan.

Intervenendo al Carnegie Endowment for International Peace, il Deputy National Security Adviser americano Jon Finer ha detto che il Pakistan sta sviluppando «tecnologie missilistiche sempre più sofisticate», che gli consentirebbero di testare vettori «significativamente più grandi» di quelli attualmente nel suo arsenale.

Un club ristretto

Se questo processo continuasse, ha detto Finer, «il Pakistan acquisirebbe la capacità di colpire obiettivi ben al di là dell’Asia del Sud, compresi gli Stati Uniti», spiegando che il numero di Paesi dotati di armi nucleari in grado di colpire gli Usa «è molto piccolo e tendenzialmente si tratta di Paesi ostili». Nel suo intervento, Finer ha citato la Russia, la Cina e la Corea del Nord. Secondo le stime degli americani, Islamabad non dovrebbe entrare a far parte di questo club ristretto prima di 10 anni. Gli americani sostengono che ogni volta che la questione dei missili viene sollevata a livello diplomatico, da Islamabad si sentono rispondere che ciò a cui mirano gli Stati Uniti è di «ridimensionare la loro capacità di difendersi dall’India».

Il Pakistan ha testato il suo primo ordigno nucleare nel 1998, più di 20 anni dopo un analogo test indiano, e oggi, secondo le stime del Bulletin of the American Scientists, dispone di 170 testate. Le dichiarazioni di Finer giungono a 24 ore dalla decisione del Dipartimento di Stato di sottoporre a sanzioni quattro entità pakistane: la National Dev­elop­ment Complex (Ndc), una società del settore aerospaziale controllata dal ministero della Difesa e tre imprese di Karachi: Affiliates International, Akhtar and Sons Private Limited, and Rockside Enterprise.

Fonte: Il Sole 24 Ore