Cresce l’interazione delle imprese con gli artisti italiani
Cristina Fresia, amministratore delegato di Fresia Alluminio, voleva un’opera d’arte per la sua azienda, un quadro 30 x 30 cm nel suo ufficio di rappresentanza? No! Molto meglio, un immenso wall drawing di 1.050 m2, creato da Ugo Nespolo, a coprire la facciata dell’headquarter a Volpiano in provincia di Torino.
Nel 2019 la Fondazione Louis Vuitton dedica a Charlotte Perriand (1903-1999), architetta e designer francese dal forte spirito innovatore, la mostra «Le Monde Nouveau de Charlotte Perriand», dove è esposta anche «la Maison au Bord de l’eau», una casetta a filo d’acqua progettata nel 1934. Ora quell’abitazione visionaria non si trova in un parco sculture di Austin o San Paolo ma sul tetto di un capannone di Segrate, proprietà della Sice Previt: azienda di costruzioni e di arredamento, con un grande know how tecnico che ha prima fisicamente realizzato la maison basandosi sui disegni originali dell’artista e poi l’ha acquisita.
Via Milano a Brescia è da sempre la via più multietnica della città, qui sorgeva una fabbrica di climatizzatori, una volta dismessa è stata riqualificata trasformandola nel Teatro Bossoni, e proprio di fronte al teatro, in dialogo con la comunità, troverà casa l’opera di arte pubblica vincitrice del Premio Life Art a cura di Valentina Ciarallo, possibile grazie al sostegno di A2A.
Un binomio vincente
Questi episodi raccontano il binomio arte e impresa, e le grandi possibilità in cui si manifesta. Un fenomeno in ascesa spinto anche dal fatto che gli investimenti in campo artistico possono far parte del Bilancio Esg che a partire da quest’anno è obbligatorio rendicontare per le imprese quotate e di pubblico interesse con più di 500 persone e 25 milioni di euro di stato patrimoniale o 50 milioni di ricavi netti.
Nel 2024 anche grandi associazioni d’impresa si sono occupate della questione in modo sistematico. Confindustria, che tra l’altro, nella sede di Viale dell’Astronomia vanta un parcheggio mosaicato opera di Giuseppe Capogrossi, ha commissionato, attraverso il suo Gruppo Tecnico Cultura, un libro che raccontasse le corporate art collection italiane, raccogliendone 57 ne «Il Segno dell’arte nelle imprese» a cura di Ilaria Bonacossa e edito da Marsilio Arte. Aidaf ha, invece, lanciato il progetto «Produrre Futuro» per facilitare l’approccio con l’arte ai propri associati: un’azienda sceglie un giovane artista italiano supportata dalla project manager Eleonora De Blasio. Le prime produzioni vedranno la luce in primavera e, probabilmente, una mostra collettiva le raggrupperà tutte in autunno.
Fonte: Il Sole 24 Ore