Crescita e sostenibilità, per Casa Optima un piano di investimenti da 360 milioni
L’obiettivo è quello di battere il mercato. Vale a dire di superare il potenziale di sviluppo del settore, che cresce a un ritmo medio del 5% all’anno a livello internazionale. Si apre una nuova stagione di grandi investimenti per Casa Optima, che dal 2016 fa capo Charterhouse Capital Partner, tra le principali società europee di private equity.
L’azienda di San Clemente (Rimini), specializzata nella produzione di ingredienti e semilavorati per la gelateria e la pasticceria artigianali e nei prodotti per il beverage non alcolico, grazie a un finanziamento di 360 milioni di euro da parte di Goldman Sachs ha messo in cantiere l’aumento della capacità produttiva per rafforzarsi sia sul mercato domestico che all’estero.
Già oggi il suo fatturato – chiude il 2024 con oltre 250 milioni – è generato per il 70% della domanda proveniente da oltreconfine. «Ci concentreremo in particolare sulle aree che esprimono un alto tasso di crescita, a partire da Medio Oriente e Far East – dice l’amministratore delegato Francesco Fattori – tra nuove linee di produzione, marketing, potenziamento della rete commerciale».
Tra i primi interventi, l’ampliamento della superficie produttiva del quartier generale di San Clemente, uno dei cinque stabilimenti dell’azienda. Gli altri sono, in Italia, a Bistagno, in provincia di Alessandria, e a Cuvio (Varese). Fabbriche alle quali si aggiungono quella di San Paolo, in Brasile, e quella di Amiens, in Francia.
«Vogliamo investire nell’aumento della capacità produttiva anche nel sito brasiliano che per noi rappresenta la testa di ponte per il Sud America», aggiunge Fattori. Un piano integrato dagli investimenti sulla produzione sostenibile e sulla responsabilità sociale di impresa: con il suo primo bilancio di sostenibilità Casa Optima ha infatti varato la road map 2030, che prevede politiche di welfare e di genere, riduzione delle emissioni di carbonio, l’innovazione del packaging (che diventerà 100% riciclabile), il miglioramento della mobilità aziendale. Per la carbon neutrality, l’obiettivo è la diminuzione del 5% annuo dei consumi energetici insieme all’autoproduzione.
«Le aziende che abbiamo acquistato negli ultimi anni avevano una forte vocazione alla sostenibilità, abbiamo unito attività scoordinate per varare un’unica strategia – prosegue Fattori -. Già oggi integriamo l’autoproduzione ottenuta con gli impianti fotovoltaici presenti negli stabilimenti italiani con l’acquisto di energia esclusivamente da fonti rinnovabili».
Fonte: Il Sole 24 Ore