Crescono i numeri della portualità italiana

Crescono i numeri della portualità italiana

«I dati sulla portualità italiana continuano a marciare, anche in un momento difficile, connesso alla situazione geopolitica, che mostra segnali di miglioramento». È quanto ha affermato il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, presentando i dati sui porti italiani (fino al terzo trimestre 2024) raccolti con Srm, il centro studi che fa capo a Intesa Sanpaolo.

Il report registra la performance, nei nove mesi, del sistema portuale italiano, che risulta in crescita, sia sotto il profilo del tonnellaggio delle merci movimentate che dal punto di vista del traffico container. Analizzati anche gli scambi con gli Usa, alla luce degli annunci dell’amministrazione Trump in materia di nuovi dazi.

Oltre 362 milioni di tonnellate

I porti italiani hanno movimentato, tra gennaio e settembre 2024, oltre 362 milioni di tonnellate di merci (+0,5% rispetto al terzo trimestre del 2023); container, rinfuse riquide e ro-ro (rotabili) sono in crescita: rispettivamente +4,7%, +2,4%, +1%; calano, invece, le rinfuse solide del -11,5%; ottime le performance di traghetti e crociere: +3,1% e +7,2%.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il 53% delle relazioni commerciali Italia-Usa, evidenzia il report, avviene via mare; l’interscambio marittimotra i due Paesi sfiora i 36 miliardi di euro (sempre nei primi nove mesi del 2024); e per l’export: gli Stati Uniti sono il primo “cliente” dell’Italia nel trading marittimo, con 27,7 miliardi di euro (8,2 miliardi l’import). I prodotti più esportati via mare verso gli Usa sono quelli della meccanica e dell’agroalimentare nonché i mezzi di trasporto, con complessivi 19,4 miliardi di euro.

L’incognita della politica Usa

Peraltro, sottolinea il documento di Assoporti e Srm, «tutte linee di azione» prefigurate dall’attuale amministrazione americana, dalla «politica delle sanzioni, all’approccio verso l’Iran, ai negoziati nei conflitti Russia-Ucraina e Israele-Hamas e alla volontà di riprendere il controllo del Canale di Panama», potrebbero «avere riflessi significativi sul commercio marittimo».

Fonte: Il Sole 24 Ore