Criptovalute e arte: quali prospettive future tra innovazione e tradizione?
Il bitcoin è in una fase di ripresa, è uscito dal cosiddetto “inverno delle criptovalute” quando i valori erano scesi al di sotto dei 20.000 dollari congelando il crescente mercato degli Nft. Secondo un rapporto pubblicato lo scorso agosto da NFTevening, dal drammatico crollo del 2023, il proprietario medio di Nft ha subito una perdita del 44,5% sul proprio investimento e il 95% delle opere Nft è considerato “morto”. Quello che è successo in queste ultime settimane e ha coinvolto le cryptocurrency non ha nulla a che vedere con gli Nft ma con il mercato dell’arte tradizionale.
Cosa significa, quindi, per il mercato dell’arte e dei collectible il recente rally delle cryptocurrency?
Lo scorso 22 novembre il Bitcoin è salito ai massimi storici, superando i 98.000 dollari (94.760 euro) con un incremento del 120% da inizio anno. A determinare il rally la vittoria decisiva di Donald Trump alle elezioni americane e le promesse di far diventare gli Stati Uniti “la capitale delle criptovalute del pianeta”. Eventi che hanno portato il mercato globale della crypto ad un valore pari a 3.000 miliardi di dollari: il dato è aggiornato a metà novembre e risulta in crescita del 79,2% rispetto al mese di gennaio 2024, quando il giro d’affari complessivo di Bitcoin, Ethereum e altre cripto si era attestato a circa 1.680 miliardi di dollari.
A dare maggior visibilità alle crypto l’acquisto di «Comedian», la banana virale con il nastro adesivo ARGENTATO di Maurizio Cattelan da parte di Justin Sun, fondatore della cryptocurrency platform Tron (TRX) per 6,24 milioni di dollari (circa 32 milioni di TRX) nell’asta serale di Sotheby’s «The Now and Contemporary» del 20 novembre. La rete blockchain Tron di Sun facilita un gran volume di transazioni in stablecoin USDT. Nel marzo dello scorso anno, l’imprenditore ha proposto l’acquisto della banca d’investimento svizzera Credit Suisse, ormai in crisi, per 1,5 miliardi di dollari, per “integrarla nel mondo del Web3.0.
Qual è il significato dell’acquisto di un’opera d’arte concettuale con pagamento in crypto?
Per Sun, l’opera rappresenta un’opportunità di marketing e il suo gesto non solo rafforza la sua immagine pubblica, ma sottolinea il ruolo delle criptovalute come strumento di partecipazione ai mercati tradizionali e l’inclusione nell’asta può essere vista come un ulteriore passo verso la loro accettazione a livello mainstream. La strada però è ancora in salita, le questioni aperte sulle criptovalute sono tante, senza contare l’estrema volatilità.
Le case d’asta e le crypto
Sotheby’s e Christie’s hanno introdotto le cripto per le transazioni di arte digitale, mentre per l’arte fisica è un evento raro. Nel 2021, Sotheby’s ha permesso offerte in ETH (Ether) per due opere di Banksy, «Trolley Hunters» e «Love Is In The Air» (2006), diventando la prima asta dal vivo con criptocurrency come valuta standard per le offerte, in tempo reale, su opere d’arte fisiche. La rivale Christie’s opera con la piattaforma Christie’s 3.0 completamente on-chain, ovvero con transazioni verificate e registrate su una blockchain Ethereum (ETH) solo per l’arte digitale. Tuttavia, come segnala Christie’s molti collezionisti preferiscono pagare gli acquisti di arte digitale in valuta tradizionale per preservare le cripto come investimento.
E le case d’aste italiane?
«In Pandolfini – spiega l’Ad Pietro De Bernardi – abbiamo adottato un approccio rigorosamente selettivo relativamente all’implementazione di criptovalute quali strumenti di pagamento, mantenendo una posizione di assoluta cautela anche nei confronti dei settori emergenti, ivi compresi gli Nft, che pure presentano una naturale predisposizione all’utilizzo di tali strumenti. Tale scelta – prosegue De Bernardi – è una precisa strategia aziendale volta a coniugare l’innovazione tecnologica con la massima trasparenza finanziaria, per garantire la piena tracciabilità delle transazioni, assicurare la massima trasparenza nei flussi finanziari e rispettare integralmente la normativa antiriciclaggio, anche a tutela dei clienti e dell’integrità del mercato». Per Pandolfini la prospettiva di adozione in futuro nel mercato artistico: «non è preclusa, ma deve essere accompagnato da un quadro regolamentare compiuto, da sistemi di controllo efficaci e da meccanismi di tracciabilità paragonabili a quelli dei sistemi finanziari tradizionali; nel medio termine e su larga scala, immaginiamo un possibile scenario di progressiva integrazione, subordinata tuttavia al soddisfacimento di determiniate condizioni quali la piena conformità legislativa, l’implementazione di sistemi di protezione avanzati e la significativa mitigazione dei rischi di riciclaggio e volatilità» conclude l’Ad di Pandolfini.
Fonte: Il Sole 24 Ore