Crisi aziendali, ultime ore per salvare Baritech

Ultimi tentativi per evitare il licenziamento dei 113 lavoratori di Baritech in cassa integrazione fino al 31 gennaio. Restano poche ore per fare chiarezza in una vertenza che, da mesi, tenta di rilanciare l’azienda chiusa da dicembre 2021 con la consegna dell’ultima commessa di Dpi in tessuto non tessuto.

Le lettere di licenziamento

Senza fatti nuovi il primo febbraio partiranno le lettere di licenziamento dopo che la proprietà di Baritech ha deciso di non chiedere la proroga della Cig per altri 3 mesi,già autorizzati dal ministero del Lavoro, periodo che sarebbe stato utile per ricercare altre soluzioni, non potendo anticipare quota mensile del Tfr e contributi previdenziali, sia pure in misura ridotta. Altro tempo utile anche per la regione per valutare altre proposte di intervento.

L’ultima mossa è del coordinatore della task force regionale per l’occupazione, Leo Caroli, che ha chiesto al gruppo Arborio – che ha presentato la sola offerta vincolante esistente sul tavolo per rilevare Baritech – di inviare in città un nuovo perito, dopo aver sconfessato il precedente, per fare chiarezza.

La Arborio non ha infatti versato la caparra legata all’offerta, né ha ufficializzato il suo «No», che farebbe scattare il pagamento della penale di 450mila euro, e avanza dubbi sul funzionamento dei macchinari.

Sullo sfondo, osserva Caroli, «c’è il tema del credito di imposta che i macchinari hanno in dote, pari a 1,5 milioni, riveniente da industria 4.0 e il timore del tavolo della vertenza secondo cui Baritech, liberata dal fardello costituito dai lavoratori, dopo un solo giorno venderebbe il compendio immobiliare al primo imprenditore locale per compiervi una speculazione immobiliare».

Fonte: Il Sole 24 Ore