Crisi della frutta: serve un green deal «vigilato»
Imprese emigrate in Grecia per non perdere mercati costruiti in cinquant’anni di lavoro, aziende storiche “costrette” a creare joint venture all’estero e ad importare i prodotti ortofrutticoli per mantenere le proprie posizioni. Sono segnali allarmanti quelli descritti dal presidente di Fruitimprese, Marco Salvi, nella tre giorni di Fruitlogistica, a Berlino. La tempesta perfetta scoppiata sul comparto ortofrutta (climate change e parassiti) taglia ettari (-23% le superfici coltivate a pere, -11% quelle adibite alla coltivazione delle pesche, solo per fare un paio di esempi) e produzioni, mette in fuga imprenditori e agricoltori. E compatta tutti nella richiesta di un Green Deal “vigilato” perchè, per dirla con Davide Vernocchi (Apo Conerpo e Confcooperative-Fedagripesca) «ogni molecola che ci tolgono, è una filiera produttiva che entra in crisi».
La parola d’ordine è: presidiare la capacità produttiva. Lo chiede con forza Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. «Rischiamo di passare da Paese che esporta la qualità, a Paese costretto ad importare produzioni non controllate provenienti dall’Asia o dal Mercosur», dice. «Il rischio è che salti il sistema di sicurezza alimentare del Paese».
I numeri incoraggianti sull’export elencati dal presidente di Ice-Agenzia, Matteo Zoppas (5,2 miliardi) non rasserenano.
«Nel 2015 il nostro Paese produceva 560 mila tonnellate di kiwi verde, nel 2024 ne ha prodotte 188 mila», incalza Salvi. E aggiunge: «All’automotive hanno dato 15 anni per la transizione verso l’elettrico, non si capisce perché ai nostri agricoltori non sia concesso di adeguarsi per tempo alle nuove normative».
Ad amplificare le difficoltà, il crollo dei consumi interni, scesi del 18% dal 2018 al 2023. Lo ricorda il presidente del Cso, Paolo Bruni: più di un milione di tonnellate in meno rispetto agli oltre 6 milioni del 2018, circa 800 mila tonnellate perse nel solo biennio 2022-2023. «Ricordare che nel 2024 abbiamo avuto una frenata in questa discesa, con risultati sostanzialmente stabili, non è sufficiente», ammonisce il presidente.
Fonte: Il Sole 24 Ore