Crisi di Governo in Germania: Scholz silura il ministro delle Finanze Lindner. Voto di fiducia a gennaio

Il semaforo è andato in tilt: il cancelliere Olaf Scholz ieri ha licenziato il ministro delle Finanze Christian Lindner, in un avvitamento senza ritorno della crisi della coalizione di Governo tra Spd, Verdi e Liberali. Impossibile trovare un compromesso per superare le spaccature sulla politica economica, con il Paese che viaggia sull’orlo della recessione per il secondo anno consecutivo. Il socialdemocratico Scholz si sottoporrà a un voto di fiducia a metà gennaio, passaggio che potrebbe far scattare nuove elezioni a marzo.

Le accuse a Lindner

Durissime le parole su Lindner: «Chiunque entra a far parte di un Governo – ha detto in conferenza stampa – deve agire in modo serio e responsabile e deve essere pronto a scendere a compromessi nell’interesse di tutti i cittadini. Ma a Christian Lindner importa la sopravvivenza a breve termine del suo partito». E ancora: «Non esiste alcuna base di fiducia per un’ulteriore cooperazione».

La crisi politica esplode all’indomani della vittoria di Donald Trump nelle presidenziali Usa: i dazi che minaccia di adottare sono un rischio in più per un’economia fortemente orientata all’export come quella tedesca. E arriva nel mezzo dello scontro tra i sindacati e una delle industrie simbolo del Paese, la Volkswagen, che minaccia di chiudere stabilimenti in patria, per la prima volta nella sua storia.

I vertici d’emergenza

Per provare a tenere in vita la coalizione semaforo, Scholz aveva indetto l’ennesimo vertice in cancelleria con Lindner e il verde Robert Habeck, ministro dell’Economia, che pure aveva fatto importanti concessioni sul fronte della transizione energetica. L’incontro è iniziato poco dopo le 18 e si pensava sarebbe durato tutta la notte. Si è invece risolto in modo traumatico già nella serata, in meno di due ore. Il nodo più arduo era (e resta) la copertura per gli oltre 10 miliardi di buco della manovra di bilancio del 2025, attesa all’esame del Parlamento dal 14 novembre. Lindner ha imposto le proprie ricette per «una svolta economica» con un documento pubblicato nei giorni scorsi, respinto dalla Spd. Ieri, l’ormai ex ministro ha messo sul tavolo in alternativa la proposta di voto anticipato all’inizio del 2025, rispetto alla scadenza di settembre.

Lindner, dopo le sconfitte subite nelle recenti elezioni nei Länder orientali, ha più volte minacciato l’uscita dalla coalizione. Senza la Fdp, Scholz potrebbe provare a continuare a guidare un Governo di minoranza. Dovrebbe però andare a cercarsi maggioranze ad hoc per ogni provvedimento.

Fonte: Il Sole 24 Ore