Crisi idrica, la Sicilia chiede lo stato di emergenza nazionale

Interventi a breve e medio termine per mitigare i danni per la mancanza di acqua ma soprattutto la richiesta al governo e di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per la crisi idrica in Sicilia. Sono le due direttrici su cui si muove il governo regionale guidato da Renato Schifani che intanto, nel corso dell’ultima riunione di giunta, ha deliberato la richiesta dello stato di emergenza nazionale in conseguenza al lungo periodo di siccità e alla rilevante riduzione delle riserve di acqua in tutta la Sicilia.
L’obiettivo del provvedimento, che adesso dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri, è di garantire acqua potabile ai cittadini e l’approvvigionamento idrico ai settori agricolo e zootecnico, oltre che alle imprese impegnate nei cantieri nell’Isola.

Intanto in una relazione della Protezione civile regionale sono indicati gli interventi a breve e a medio termine per mitigare la crisi: dalla riduzione dei consumi delle utenze idropotabili, agli interventi sugli invasi, alle campagne di informazione e sensibilizzazione per il risparmio, e poi interventi per reperire risorse alternative (come dissalatori mobili e navi con moduli dissalativi), acquisto di autobotti e silos per la distribuzione in luoghi pubblici, utilizzo di pozzi e sorgenti, riparazione di reti idriche, ammodernamento degli impianti di dissalazione nei siti dismessi di Porto Empedocle, Paceco-Trapani ed eventualmente anche Gela. Il costo delle azioni a breve termine è di 130 milioni di euro, mentre di quelle a medio termine è di 590 milioni di euro.

«La siccità in Sicilia sta diventando drammatica – dice il presidente Renato Schifani – La Regione ha già messo in campo una serie di azioni per mitigare la crisi, aiutando i settori produttivi e limitando i disagi ai cittadini, ma servono anche urgenti interventi statali per operare su reti e sistemi di approvvigionamento idrico e per sensibilizzare i cittadini a un uso più razionale della risorsa. Inoltre, sono necessari sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di adempimenti per le imprese del settore agricolo e zootecnico che sono in gravissima difficoltà».

Nelle scorse settimane la Regione aveva già dichiarato lo stato di crisi idrico sia per l’uso potabile che per quello agricolo-zootecnico, nominando anche due commissari. Per i settori produttivi interessati sono state avviate le procedure per provvedimenti per circa 5,5 milioni di euro che prevedono sgravi dai canoni dei consorzi di bonifica e misure di semplificazione amministrativa. È stato costituito anche un Osservatorio regionale sugli utilizzi idrici per monitorare costantemente lo stato degli invasi e delle riserve di acqua.

Fonte: Il Sole 24 Ore