Crosetto: più fondi per le armi perché non siamo pronti a un attacco

«Abbiamo avuto un leggero aumento dei soldi per gli investimenti sulle armi perchè ci siamo resi conto che non eravamo preparati ad affrontare una guerra sul nostro territorio o un attacco perché negli ultimi anni avevamo costruito una difesa, una delle migliori al mondo per le operazioni di pace a livello internazionale, ma ci eravamo dimenticati che qualcuno poteva attaccarci». Così il ministro della Difesa Guido Crosetto a Cinque minuti ha risposto a Vespa che gli chiedeva se è vero che non saremmo stati in grado di difenderci in caso di un attacco come quello della Russia all’Ucraina o dai missili dell’Iran su Israele.

Risorse spostate dalla manovra sulla Difesa  

Il disegno di legge di bilancio definanzia per 4,55 miliardi il Fondo automotive gestito dal ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) per interventi fino al 2030. Nel contempo, con quello che a una prima lettura appare un orientamento molto netto di politica industriale, dettato probabilmente anche dagli scenari geopolitici in corso, il governo (vedi il Sole 24 Ore del 29 ottobre) punta sull’industria della difesa (sviluppo nel settore aeronautico, tecnologia per la difesa area nazionale, unità navali Fremm, contributi a settore marittimo-difesa nazionale) per un totale di oltre 11,3 miliardi spalmati però su un arco temporale molto lungo (poco meno di 3 miliardi nel triennio, e la quota largamente maggioritaria, per circa 8 miliardi, distribuita negli anni successivi fino al 2039).

Crosetto: escludere spese Difesa da calcolo patto stabilità

Il ministro è poi tornato a chiedere lo scorporo delle spese per la Difesa dal patto di stabilità. «Nelle ultime riunioni della Nato si parla del 2,5% del Pil da destinare alla Difesa: è un problema per un Paese come il nostro che ha un elevato debito pubblico che abbiamo ereditato. Bisogna puntare – ha ribadito Crosetto – sul fatto di escludere le spese della Difesa dal calcolo del patto di stabilità, non devono essere in concorrenza con le spese per la cultura, la scuola, per il sociale e la sanità. Devono essere staccati perché la difesa è un pre requisito perché esista tutto il resto».

«Più forze polizia e meno militari sulle strade»

«Quest’anno, con uno sforzo enorme, abbiamo aumentato di ottocento unità i militari a disposizione di Strade e Stazioni Sicure. Io penso che dal prossimo anno sia magari più importante aumentare le forze di polizia e lasciare che le forze armate riprendano a fare quello che serve in questo momento» ha aggiunto Crosetto, a margine delle celebrazioni a Venezia della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Crosetto ha spiegato che il supporto continuerà anche nei prossimi anni, «ma con una tendenza che diminuirà l’apporto delle forze armate e dovrà vedere aumentare in modo corrispondente quello delle forze di polizia»

Fonte: Il Sole 24 Ore