Crosetto progetta un centro sulla guerra ibrida: ecco di cosa si tratta
La Difesa, ha sottolineato il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto giovedì 7 novembre in audizione alla commissione Affari esteri e Difesa del Senato sul Documento programmatico pluriennale per il triennio 2024-2026, «affronta sfide epocali, in uno scenario di riferimento sempre più fluido, instabile e imprevedibile e, per mantenere o guadagnare un vantaggio competitivo, deve essere in grado di intercettare, stimolare e valorizzare l’innovazione tecnologica». «I nostri competitor – ha aggiunto – non si limitano a operare solo in modo convenzionale. Per perseguire i loro obiettivi, fanno ricorso a tattiche ibride i cui effetti non si manifestano esclusivamente sul piano militare, ma investono ogni settore di interesse nazionale (economico, industriale, energetico, sociale, politico, delle materie prime e delle terre rare, solo per citarne alcuni). È dunque essenziale sviluppare un approccio integrato e multidimensionale – ha affermato Crosetto -, che coinvolga più Istituzioni e anche alcuni settori privati, per lavorare assieme con lo scopo di tutelare gli interessi strategici del Paese».
Il Documento programmatico pluriennale 2024-2026 indica un impegno finanziario di circa 28,5 miliardi di euro. Tra le novità l’acquisto di ulteriori 25 caccia F35, che diventeranno così 115.
Crosetto: «Creare centro di guerra ibrida in sinergia con università e professori»
In questo scenario, la strategia è quella di promuovere sinergie tra le eccellenze del Paese. «Uno dei temi che mi sono posto, dopo il G7 (di Napoli, ndr), è quello di creare un centro di guerra ibrida che necessariamente è fatto in sinergia col privato, quindi Università e professori. Dobbiamo mettere insieme le migliori teste che esistono nel Paese, non solo militari».
Cambiamenti repentini, serve una visione
«Una delle mie preoccupazioni è la guerra ibrida – ha detto Crosetto rispondendo il 19 ottobre a una domanda sugli attacchi hacker, nel corso della conferenza stampa del G7 Difesa – . Ogni nazione al mondo subisce ogni giorno attacchi cyber, c’è un lavoro fortissimo. Ci preoccupa e su questo – ha aggiunto – penso che prossimamente il governo italiano prenderà la linea per indicarci come affrontare il futuro. Noi garantiamo la nostra sicurezza pensando agli scenari tra i prossimi 30 anni. Mai come oggi abbiamo bisogno di visione perchè i cambiamenti sono repentini».
Fonte: Il Sole 24 Ore