CTH, con 3 miliardi di ricavi spinge Ferrero oltre i 20 miliardi
Vale oltre 20 miliardi di fatturato la galassia Ferrero, a quasi 10 anni all’avvio della fase di M&A, che l’ecosistema guidato da Giovanni Ferrero ha intrapreso. Una strategia che ha permesso a Ferrero di cambiare “taglia”, diventare il secondo produttore al mondo di biscotti, ad esempio, ambito nel quale non era mai stato presente prima, e conquistarsi un posto nel comparto gelati, presidiato da giganti come Unilever, multinazionale che il ramo gelati lo vuole, invece, “spinoffare” per tentare di valorizzare il business.
Il valore complessivo del giro d’affari si ricava dal fatturato a bilancio consolidato di Ferrero International e dalle prime stime dei fatturati aggregati delle società in capo a CTH Invest – la Ferrero parallela – che, secondo le fonti consultate dal Sole 24 ore, a breve pubblicherà il primo bilancio consolidato, che fornirà un quadro reale dei business acquisiti. Insieme, compongono l’universo Ferrero allargato: Ferrero International – 17 miliardi di ricavi, 37 stabilimenti, 47.212 addetti nell’ultimo anno –, guidata dal Presidente esecutivo Giovanni Ferrero, con al fianco il ceo operativo Lapo Civiletti, a cui fanno capo i brand storici del Gruppo, da Nutella a Kinder passando per Estathé e le praline Ferrero Rocher, Pocket Coffee, Raffaello; e la CTH Invest, controllata direttamente da Giovanni Ferrero.
Quest’ultima si configura come il veicolo attraverso il quale l’imprenditore sta realizzando la sua strategia di allargamento del business e di diversificazione delle produzioni nel mondo dei biscotti, soprattutto, e delle caramelle. Tutto il filone dei Nutella Biscuits e dei gelati a marchio Kinder, Rocher e Raffaello, oltre al ramo americano in capo a Wells Enterprises, ultima acquisizione negli Usa, fanno invece capo a Ferrero International, che infatti ha consolidato negli anni i nuovi business passando dagli 8 miliardi del 2011 ai 17 dell’ultimo bilancio. Molte delle acquisizioni, invece, sono confluite nella holding creata nel 2016, a partire dalle realtà americana di Ferrara Candy Company, dal ramo cioccolato e snack di Nestlé e dall’ultima arrivata Jelly Belly, con le britanniche Fox’s Biscuits e Burton’s Biscuit, la danese Kelsen, l’asset belga di Delacre e poi due acquisizioni forse meno note, la brasiliana Dori Alimentos e la francese Michel ed Augustin.
Il percorso di crescita per linee esterne, dunque, va avanti. A seguito delle ultime acquisizioni, fonti belghe indicano in 5 miliardi il valore delle immobilizzazioni finanziarie in capo a CTH e in 4 i miliardi di fondi propri, con oltre 10mila dipendenti. «Negli ultimi mesi del 2023 e nei primi dell’anno in corso, il percorso di crescita non si è fermato – sottolinea una forte interna alla holding CTH – confermando una strategia imprenditoriale mirata a rafforzare la presenza dell’ecosistema Ferrero nel mercato dello sweet packaged food».
Le controllate nell’ultimo esercizio 2023 (chiuso ad agosto), in un contesto economico e geopolitico volatile, «hanno proseguito la propria crescita guadagnando e consolidando le proprie quote di mercato, sia nella categoria sugar che biscuits, ma anche nelle geografie di riferimento» evidenziano dalla holding. In mercati estremamente competitivi come quelli nord-americani, britannici, europei ed asiatici, il fatturato realizzato, che include le performance delle ultime acquisizioni, ha sfiorato la soglia dei 3 miliardi, con un Ebitda margin dell’8,1% e 25 stabilimenti produttivi in tre continenti.
Fonte: Il Sole 24 Ore