Cure migliori in Veneto, Emilia, Toscana e Trento. Male Valle d’Aosta, Sicilia, Calabria e Sardegna

Oltre 16 milioni di italiani di 8 Regioni – quasi tutte del Sud – ricevono cure non sufficienti in almeno uno dei tre fronti dell’assistenza: l’ospedale, la sanità territoriale e la prevenzione. La bocciatura arriva dalle nuove “pagelle” del ministero della Salute contenute nell’ultimo rapporto del Nuovo sistema di garanzia che misura la qualità dell’offerta dei Lea, i livelli essenziali di assistenza e cioè le prestazioni che devono essere garantite in tutta Italia dal Servizio sanitario nazionale. Il monitoraggio promuove invece 13 Regioni, tra queste quelle con i punteggi migliori sono Veneto, Emilia, Toscana e Provincia di Trento.

Le “pagelle” e le 13 Regioni promosse

Il Sistema di garanzia del ministero monitora le prestazioni offerte dalle Regioni in base a 88 ndicatori, di questi 22 sono considerati “core” cioè quelli più importanti e vanno dalla copertura vaccinale tra i bambini alla diffusione degli screening oncologici, dalla capacità degli ospedali di operare entro due giorni chi ha una frattura di un femore alla capacità di intervenire del 118 in caso di emergenza. L’ultimo aggiornamento appena pubblicato fotografa le prestazioni assicurate agli italiani nel 2022. In base a queste “pagelle” – il punteggio nelle tre aree deve superare la soglia minima di 60 punti – risultano come detto promosse 13 Regioni, si tratta in particolare di: Piemonte, Lombardia, Trento, Veneto, Friuli, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Puglia e Basilicata. Al top per punteggi ci sono Emilia, Veneto, Trento e Toscana.

Otto le Regioni bocciate o rimandate nelle cure

Tra i bocciati e rimandati – quindi sotto la soglia delal sufficienza di 60 punti – ci sono in particolare otto tra Regioni e Province autonome quasi tutte del Sud: in particolare la performance peggiore è quella della Valle d’Aosta che “presenta un punteggio inferiore alla soglia in tutte e tre le macro-aree” (ospedale, territorio e prevenzione). Calabria, Sicilia e Sardegna presentano invece un punteggio sotto soglia sia nell’area della prevenzione che in quella distrettuale (la sanità sul territorio più vicino al cittadino). Provincia autonoma di Bolzano, Abruzzo e Molise presentano invece un punteggio sotto soglia per l’area della prevenzione mentre la Campania è insufficiente e quindi sotto soglia nell’area distrettuale.

Gli indicatori con le performance peggiori

Tra le perfomance più critiche si segnala a esempio l’indicatore sintetico sugli stili di vita che “evidenzia situazioni di criticità in tutta l’area meridionale del Paese e decresce per quasi tutte le Regioni” un fatto questo che denota “un lieve aumento dei comportamenti a rischio per la salute”. Male anche gli indicatori di copertura degli screening oncologici, sstabili rispetto al 2021, che “confermano una situazione complessivamente inferiore al 50% del target, in tutte e tre le campagne (carcinoma della mammella, della cervice uterina e del colon-retto) e molto diversificata tra le varie Regioni: si registra infatti un’ampia variabilità regionale, con maggiori criticità per lo screening per il tumore del colon-retto, soprattutto nel Centro-Sud del Paese”. Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, “si segnalano punteggi sotto la soglia di sufficienza in Calabria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta”. Nove Regioni sono sotto soglia sull’intervento rapido in caso di frattura al femore degli over 65 (le situazioni più critiche risultano in Molise, Calabria e Sardegna).

Fonte: Il Sole 24 Ore