Da Asia, America Latina e Africa 50 milioni di nuovi clienti per il lusso
La classe media indiana conta 430 milioni di persone: più di sette volte la popolazione italiana, pari alle middle class europea e americana messe insieme. Un motore che, una volta avviato a pieno ritmo, potrebbe portare l’India a diventare un nuovo grande mercato per la moda, di lusso e non. Non è tutto: il 66% (808 milioni di persone) della popolazione in India è composta da under 35. Le previsioni del report “The State of Fashion 2025” (McKinsey e Bof) stimano che le vendite di moda in India crescano, per l’anno in corso, dal 15-20% per il segmento del lusso al 12-17% per la fascia non di altagamma. Stime decisamente di verse da quelle globali che appiattiscono la crescita della moda e del lusso, almeno alle condizioni attuali. L’India è senza dubbio uno dei mercati più interessanti per i brand del lusso occidentale, che puntano a questo bacino di consumatori “freschi”, ma è anche un Paese con brand locali che hanno tutta l’intenzione di affacciarsi al mondo. La prima tappa è spesso Dubai, dove la comunità indiana (che ha contribuito a fondare l’emirato) è numerosa e radicata: il designer indiano Manish Malhotra a dicembre 2023 ha inaugurato proprio nel Dubai Mall il suo primo flagship store fuori dai confini del proprio Paese.
Nel 2024 un altro designer e imprenditore indiano ha puntato a rafforzare l’identità del proprio marchio a livello internazionale: Rahul Mishra, già habitué dell’haute couture parigina, ha collaborato con Tod’s reinterpretando alcuni pezzi iconici del marchio marchigiano (scarpe e borse, da uomo e da donna) con ricami eseguiti dai maestri artigiani Kaarigar. L’India è dunque una grande promessa per il lusso mondiale, insieme ad altri (ora) piccoli mercati che in prospettiva cresceranno molto: secondo Bain&Co, America Latina (con alcuni Paesi come Brasile e Argentina interessati dall’accordo Ue-Mercosur), Sud-Est Asiatico e Africa nel complesso porteranno oltre 50 milioni di consumatori al mercato del lusso.
A questi si aggiungono mercati già in fase di sviluppo come quelli del Medio Oriente – che nel post Covid ha registrato performance positive per il lusso – tra cui spicca l’Arabia Saudita, che si prepara a Expo 2030 a Riyadh e ai Mondiali di calcio 2034. L’espansione del lusso in queste nuove aree geografiche porterà le aziende a doversi confrontare con modalità di consumo e tradizioni diverse, come quella, per esempio, di regalarsi abiti nuovi per la fine del Ramadan,che nel 2025 coincide col mese di marzo e tocca i Paesi più diversi: dal Senegal all’Arabia Saudita, fino a Malesia e Indonesia. I brand dovranno poi confrontarsi anche con realtà locali che già sanno come conquistare i consumatori di riferimento. Come sta avvenendo in Cina: mentre nella Repubblica Popolare il lusso “occidentale” ha rallentato in modo deciso, alcuni brand locali come e Shang Xia, Qeelin (che fa parte del gruppo Kering) e Comme Moi hanno guadagnato quote di mercato. La competizione, dunque, è in corso.
Fonte: Il Sole 24 Ore