Da creator a Pov a demure: cinque parole nate su Tiktok entrano nella Treccani
Se prima c’erano le espressioni dialettali, oggi l’evoluzione del linguaggio passa (anche) da Tiktok, con termini nati sulla piattaforma che non restano confinati nel mondo digitale ma entrano nel linguaggio comune, tanto da essere inseriti fra i neologismi della Treccani. E così dopo l’exploit di BookTok nel 2023, quest’anno gli onori della storica enciclopedia sono toccati a creator, delulu, demure, POV e slayare, cinque parole emerse dalla community che, spiegano da TikTok “si sono affermate diventando simboli di un cambiamento linguistico influenzato dalla creatività e dall’inclusività”, “portando con sé nuovi modi di pensare e di raccontare la realtà”.
“Le nuove tecnologie di comunicazione ci chiamano a interpretare i fenomeni linguistici in tempo reale e in contesti sociali e culturali completamente nuovi – spiega Massimo Bray, direttore generale Treccani -. TikTok, in questo senso, è un osservatorio privilegiato, perchè valorizza molto la creatività delle persone, dando vita a forme di espressione e modalità di elaborazione e trasmissione dei contenuti che, spesso, rispecchiano cambiamenti sociali rilevanti, come l’esigenza di immediatezza e di interattività. Grazie al nostro account su TikTok abbiamo potuto osservare questi fenomeni in modo diretto, allargando ulteriormente il campo della ricerca linguistica Treccani e continuando a compiere la nostra missione di custodi e interpreti della lingua italiana».
Il significato dei neologismi
Ma cosa significano questi termini? Creator è la persona che “per mestiere o per passione, crea e pubblica contenuti originali e innovativi, principalmente video, da destinare alle piattaforme digitali”, spiegano da TikTok, mentre Delulu è chi “si abbandona a fantasie irrealizzabili e destinate a essere infrante, per esempio vagheggiando relazioni sentimentali con personaggi famosi come creator e influencer”. Demure è uno stile (di persona ma anche di design) “elegante e riservato, sobrio e discreto nel modo di presentarsi e comportarsi”, ma spesso viene usato per “ridicolizzare atteggiamenti di affettata compostezza e ipocrita decoro”. POV è un acronimo per Point Of View, punto di vista e viene usato “per indicare un tipo di ripresa, utilizzato nei social media e nei videogiochi, nel quale il creatore del contenuto non compare in scena ma mostra in soggettiva un punto di vista specifico per favorire l’immedesimazione nella storia da parte di chi osserva il video”. Infine Slayare vuol dire “fare un ottimo lavoro, realizzare una performance molto soddisfacente”. «Con il suo impatto sulla diffusione di contenuti, TikTok continua a reinventare il linguaggio e a costruire ponti tra le generazioni, è un luogo dove scoperte, tendenze e ispirazioni si mescolano per generare un impatto sociale che va oltre lo schermo», ha commentato Salvatore Di Mari, Head of Operations TikTok Italia e Spagna, sottolineando come la piattaforma sia incubatore di talenti, proponendo nuove forme di storytelling e idee innovative.
I protagonisti, da Stanga a BigMama
Queste parole sono ovviamente legate a doppio filo alla piattaforma e sono state raccontate dai volti di TikTok in alcune video interviste. Tra questi c’è Martina Socrate, che racconta cosa vuol dire essere una content creator di professione, Mattia Stanga, star dello storytelling rivoluzionato dal POV, il punto di vista che permette anche a chi guarda il video di essere il protagonista, BigMama e il suo “hai slayato!” che “incarnano l’energia e l’inclusione espresse da Slayare, ovvero l’importanza di complimentarsi, di fare il tifo per gli altri e per sé stessi”, sottolineano da TikTok, e Megi Bulla, BookTok Creator dell’anno 2024 e voce della grande community di lettori sulla piattaforma, che per la prima volta dopo l’ingresso nei neologismi nel 2023 racconta il termine BookTok e il suo impatto sul mondo dell’editoria.
Fonte: Il Sole 24 Ore