Da piccolo laboratorio artigianale a brand internazionale del cioccolato: Said apre store a Roma, Milano e Londra

Da piccolo laboratorio artigianale a brand internazionale del cioccolato: Said apre store a Roma, Milano e Londra

Nel 1923 nasce come Società Azionaria Industria Dolciumi, un grosso laboratorio artigianale di 1000 metri quadrati a San Lorenzo. Poi, negli anni, l’acronimo della company del cioccolato diventa forte come un brand.

Said, la fabbrica del cioccolato di San Lorenzo

Said, in quel quartiere romano di operai e artigiani, resiste ai bombardamenti del ’43 e cresce durante il boom economico degli anni ’60: l’azienda dei cioccolatieri De Mauro, di cui Tullio, il noto linguista, era un parente stretto, passa di padre in figlio. E oggi che vanta una decina di punti vendita in tutto il mondo e uno store appena inaugurato in via Tomacelli, a guidarla c’è Fabrizio, che tra tavolette fondenti, dragées, creme e cioccolate calde è il Willy Wonka di San Lorenzo.

Seguire le tendenze del retail

«Abbiamo mantenuto la nostra iscrizione all’albo degli artigiani, la nostra location è rimasta sempre la stessa, il cioccolato è da oltre un secolo il nostro filo conduttore. Ma siamo stati capaci di interpretare il cambiamento – racconta Fabrizio De Mauro – di capire come si trasformava il commercio. E di volta in volta abbiamo aggiustato il tiro, comprendendo le tendenze del retail, differenziando il nostro modo di stare sul mercato». La vendita diretta, il franchainsing, le catena di approvvigionamento. Il cioccolato, la ristorazione, l’hospitality. È così che Said ha aperto punti vendita a Londra e in Medio Oriente. A Doha per marzo è prevista l’inaugurazione del terzo store e in programma c’è Milano e poi di nuovo Londra: chiusi dopo dieci anni i negozi della city, De Mauro torna a investire.

Heritage, italianità e investitori

«Oggi l’Italia non è un paese per piccole imprese. Il nostro fatturato supererà alla fine di quest’anno i 2,5 milioni di euro per la vendita diretta, il resto sono royalties del 5% sui ricavi della rete del franchising, che si aggira sui 15 milioni. Non è escluso, a questo punto, che cercheremo investitori», sottolinea l’imprenditore del cioccolato. Che continua a restare fedele ai valori di sempre: «L’ “heritage” e l’italianità. Siamo stati parte del salotto culturale della Roma degli anni ’60, quando a San Lorenzo il pastificio Cecere, cessata la produzione, si trasformava in un avamposto dell’arte contemporanea. Il nostro brand è ormai consolidato , abbiamo uno stile riconoscibile e una qualità che soddisfa i nostri consumatori in tutto il mondo. Lavoriamo la migliore massa di cacao proveniente dalle piantagioni sud tropicali. E subiamo anche le inarrestabili esplosioni delle quotazioni del cacao, oggi a quasi 12 dollari a tonnellata».

Lo store di via Tomacelli

Ma ora le attenzioni sono tutte per lo store romano in pieno centro, tra via Tomacelli e via dell’Arancio: arredato nell’inconfondibile stile Said, con pezzi da museo, macchinari e arnesi di una volta, ha un’impronta decisamente contemporanea. L’obiettivo è attrarre i turisti con un’esperienza immersiva nel mondo del cioccolato.

Fonte: Il Sole 24 Ore