Da Romanée Conti al Sassicaia, i soliti noti ma non solo: il vino all’asta batte la crisi

Da Romanée Conti al Sassicaia, i soliti noti ma non solo: il vino all’asta batte la crisi

Una bottiglia di Romanée Conti del 1999 – un’ottima annata dell’etichetta probabilmente più famosa tra gli appassionati di fine wines– aggiudicata per 18.600 euro. Tre bottiglie di Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno del 2010 aggiudicate a 4.712 euro e una bottiglia di Sassicaia del 1985 battuta a 2.108 euro. E ancora, sei bottiglie di Château Margaux del 2018 battute a 4.464 euro. Non poteva poi mancare lo Champagne, con una bottiglia di Salon Cuvée S 1996 aggiudicata per 2.336 euro. Ma anche una bottiglia di Screaming Eagle del 1997, battuta a 3.472 euro.

Tra “soliti noti” ed etichette apprezzate soprattutto da intenditori-investitori in cerca dell’affare, sono i risultati complessivi di aggiudicazione delle aste a far capire che il mondo dei vini di prestigio sembra essere distante dalla crisi dei rossi. Nel caso particolare si tratta del primo incanto 2025 di Pandolfini: con quasi il 100% delle aggiudicazioni (204 lotti su 210) e 365mila raccolti, la selezione proveniente da una collezione privata ha attirato l’attenzione di collezionisti e appassionati, arrivando a realizzare il 177% delle stime pre-asta.

«Un importante inizio per il dipartimento, che dimostra anche in questa occasione la sua grande expertise nel valutare e selezionare i migliori lotti e la capacità di attirare clienti di rilievo, confermando Pandolfini tra i player più importanti nell’ambito del vino da collezione», si legge in una nota della casa d’aste più antica d’Italia (fondata a Firenze nel 1924) e con sedi anche a Milano e Roma.

Fonte: Il Sole 24 Ore