Dagli incentivi all’assegno unico, ecco il piano del governo per il lavoro

Dagli incentivi per spingere l’occupazione «di donne, giovani e soggetti maggiormente vulnerabili» al potenziamento di assegno unico e congedi parentali; dagli asili nido alle politiche attive «anche per il mondo del lavoro autonomo». Nel piano strutturale di bilancio di medio termine, trasmesso alle Camere e pubblicato dal Mef, 217 pagine complessive, è previsto un articolato (ma per ora solo poco più che tratteggiato) programma per sostenere l’occupazione, a cominciare da una migliore conciliazione vita-lavoro. Ecco, in sintesi, i principali interventi previsti dal governo Meloni.

Assegno unico

Si parte dal rafforzamento dell’assegno unico, su cui è in piedi anche una controversia con l’Europa. Negli ultimi anni, hanno beneficiato di questa misura circa 9,6 milioni di bambini, e nel 2023 sono stati erogati circa 18,2 miliardi, che risultano in aumento per il 2024. Grazie all’incremento di risorse, secondo quanto rilevato dall’Inps, l’importo medio della mensilità è aumentato tra il 2022 e i primi mesi del 2024, passando da 147 euro a 175 per figlio beneficiario. Il tasso di adesione della misura, connotato da una crescita lenta ma costante, ha raggiunto la soglia dell’89 per cento degli aventi diritto e l’importo medio per bambino varia da circa 54 a 214 euro. Si starebbe ragionando sul non conteggiare alcune voci nell’Isee (per non far perdere altre misure di welfare) e di un possibile allargamento a una prima, ridotta, platea di lavoratori stranieri.

Asili nido

Si punta poi molto sui servizi di prima infanzia. Tra il 2025 e il 2026, è scritto infatti nel documento del governo, saranno rafforzate le azioni finalizzate ad assicurare la realizzazione del piano asili nido previsto nel Pnrr. Con un investimento di 3,24 miliardi, esso prevede la messa in disponibilità di 150.480 nuovi posti (per bambini tra 0 e 2 anni e tra 3e 6 anni). Tale misura permetterà di aumentare il tasso di copertura medio nazionale dei servizi di prima infanzia (fascia 0-2 anni) che, a dicembre 2021 era pari al 26 per cento, migliorando anche la situazione del Mezzogiorno. Per colmare tale fabbisogno, il Governo ha già disposto nuove risorse, per un ammontare complessivo di circa 735 milioni, al fine di superare i divari territoriali e infrastrutturali nei servizi per l’infanzia. Le risorse sono destinate in via prioritaria a quei comuni che non garantirebbero il raggiungimento dell’obiettivo del 33 per cento di copertura del servizio per asili nido, andando, dunque, a finanziare l’attivazione di oltre 31.600 nuovi posti negli asili nido per la fascia 0-2 anni, in 845 comuni. Ciò consentirà all’Italia di raggiungere l’obiettivo del 33 per cento di copertura del servizio su tutto il territorio, come previsto dalla normativa nazionale, ma anche di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo del 45 per cento al 2030, per quanto permangano alcune criticità in alcuni territori specifici.

Congedi parentali

Tra le misure in via di conferma nei prossimi anni, il Governo intende intervenire sui congedi parentali; tale azione potrebbe contribuire «a un riequilibrio dei carichi di cura all’interno della famiglia e facilitare la permanenza delle lavoratrici madri nel mercato del lavoro». La normativa attuale prevede che, nei primi dodici anni di vita del bambino, ciascun lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per un periodo complessivamente non eccedente i dieci mesi, elevabili a undici nel caso sia il padre a esercitare il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi. La legge di bilancio 2024 ha ampliato l’importo dell’indennità dei congedi parentali fruibili da madri e padri entro il sesto anno di vita del bambino, ovvero entro il sesto anno dall’ingresso del minore nel nucleo familiare in caso di adozione o affidamento. In particolare, per il 2024, l’indennità è stata innalzata all’80 per cento della retribuzione imponibile per i primi due mesi e, a partire dal 2025, all’80 per cento per il primo mese e al 60 per cento per il secondo. Per i mesi restanti, l’indennità rimane pari al 30 per cento della retribuzione imponibile.

Occupazione femminile

Nel piano di bilancio è scritto poi che il governo «intende rafforzare ulteriormente» la strategia avviata negli ultimi anni sul fronte dell’occupazione femminile. Si agirà su tre fronti: 1) potenziando gli strumenti di empowerment femminile per una maggiore partecipazione delle donne a percorsi di formazione e di carriera professionale; 2) prevedendo, nell’orizzonte del piano, incentivi per favorire una maggiore occupazione delle donne; 3) supportando le donne madri e con incarichi di cura familiare. Dovrebbe essere confermato lo sgravio totale dei contributi per le mamme lavoratrici con più figli.

Fonte: Il Sole 24 Ore