Dagli Usa la spinta per l’export della meccanica
Grazie agli Stati Uniti l’export della meccanica italiana resiste e si mantiene ancora in un sentiero di crescita, nonostante le difficoltà.
I dati elaborati da Anima, Federazione della meccanica varia (55 miliardi, 220mila addetti), indicano infatti per il primo trimestre del 2024 un progresso medio del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in valore assoluto si tratta per le 34 associazioni rappresentate di oltre nove miliardi di euro di export.
La spinta in arrivo da Washington è rilevante, con valori in progresso del 12,8%, grazie in particolare all’area dei macchinari da sollevamento e movimentazione (quasi +60%) superando così il miliardo di euro e andando a scalzare la Germania dalla prima posizione in termini di mercato di sbocco per il settore. Difficoltà dell’economia tedesca che in effetti continuano a palesarsi anche in questi dati, con una domanda di prodotti meccanici in calo del 7,5%, il risultato peggiore tra i maggiori mercati analizzati.
A pesare è in particolare la frenata del settore edilizio, macro-comparto che trascina con sé un vasto indotto di componenti meccaniche, come caldaie, valvole e rubinetti. Settore, quello della rubinetteria e del valvolame che verso Berlino cede quasi il 12% ma che ad ogni modo riesce a tenere altrove, mantenendosi sui livelli del 2023, a ridosso degli 1,8 miliardi complessivi in termini di export.
Germania che dunque perde il primato, con 917 milioni di esportazioni, seguita dalla Francia, giù dell’1,3% nel primo trimestre di quest’anno.
Fonte: Il Sole 24 Ore