Dai tribunali al cognome la lunga marcia dei diritti delle mamme

Dai tribunali al cognome la lunga marcia dei diritti delle mamme

Dove il legislatore non arriva, a guardare avanti è il diritto vivente. Si potrebbe riassumere così l’evoluzione del diritto di famiglia negli ultimi decenni. Storicamente proprio il diritto di famiglia è stato la cartina tornasole dell’evoluzione del ruolo delle donne nel nostro Paese, non solo fra le mura domestiche ma anche nella società.

Nel 1975 la Riforma del diritto di famiglia rappresentò un punto di svolta per i diritti delle mamme italiane introducendo una serie di cambiamenti che contribuirono a una maggiore parità di genere. Oggi, con modelli familiari in continua evoluzione, tocca alle leggi rispondere a nuove esigenze e ai mutamenti sociali. Restano però istanze civili che attendono, ormai da troppo tempo, di essere normate.

Il cognome materno

Uno dei più recenti terreni di scontro politico, per quanto riguarda il riconoscimento del ruolo della mamma nell’identità del figlio, è l’ereditarietà del cognome materno. Due anni fa la Corte costituzionale stabilì che il cognome dei figli dovesse essere composto da quello di entrambi i genitori considerando la regola del patronimico in contrasto con il principio di uguaglianza fra i genitori, a meno di diverse indicazioni da parte degli interessati. La decisione venne letta positivamente perché esprimeva un superamento della concezione patriarcale della famiglia. A distanza di due anni però manca ancora una cornice legislativa e in assenza di una legge è l’inerzia a vincere. Il cognome paterno resta prevalente e a livello nazionale la scelta del doppio cognome si attesta al 17%.

Procreazione assistita

Etica, tecnologia e diritto si incontrano sul piano della procreazione medicalmente assistita (pma). Con la legge n. 40 del 2004, l’Italia per la prima volta tentò di fissare regole sulla tecnologia applicata ai processi per generare la vita. In vent’anni dalla sua approvazione vari provvedimenti giurisprudenziali hanno inciso sull’originario impianto della legge. Nel 2023 la pma è inoltre entrata ufficialmente a far parte dei nuovi Livelli essenziali di assistenza garantiti. Ma molto resta acora da fare.

Adozioni

Le madri adottive, spesso in prima linea nella lotta a razzismo e discriminazioni, chiedono invece al legislatore la semplificazione dei processi, investimenti in formazione e accompagnamento. Le adozioni, sia nazionali sia internazionali, sono in calo. Tra le cause, oltre a un maggior successo delle tecniche di pma, ci sono lunghe procedure e barriere geopolitiche.

Fonte: Il Sole 24 Ore