Dai voli suborbitali alle polizze: tra le polemiche su Musk via libera della Camera alla legge sullo spazio

Dai voli suborbitali alle polizze: tra le polemiche su Musk via libera della Camera alla legge sullo spazio

Primo via libera alla legge nazionale per lo spazio. L’Aula della Camera ha approvato il Ddl del governo con 133 sì e 89 no. Il testo, che passa ora all’esame del Senato, si compone di 31 articoli divisi tra un’ampia parte regolamentare e alcune norme sullo sviluppo economico del settore. Al centro, alla luce del moltiplicarsi di iniziative private nel settore dei satelliti, e anche per colmare un ritardo accumulato dall’Italia rispetto alla legislazione di numerosi altri Stati, c‘è la regolamentazione dell’accesso allo spazio extra-atmosferico da parte degli operatori (di qualsiasi nazionalità nel territorio italiano e nazionali quando operano all’estero).

Il regime autorizzativo

Gli operatori dovranno richiedere un’autorizzazione a Palazzo Chigi o al Mimit, autorità delegata per lo spazio, tramite l’Agenzia spaziale italiana (Asi), che avrà poteri anche di ispezione, vigilanza e regolazione tecnica. L’Asi, accertati una serie di requisiti oggettivi e soggettivi (dalla sicurezza alla sostenibilità ambientale), trasmette l’istruttoria al Mimit e al Comint (il Comitato interministeriale sullo spazio) che formalizza il via libera o il diniego. L’autorizzazione può anche essere sospesa. L’articolo 12 regola le sanzioni: da 150mila euro a 300mila euro se l’operatore spaziale o il proprietario dell’oggetto spaziale non fornisce informazioni o ostacola la vigilanza; da 20mila a 50mila euro se si esercita l’attività senza autorizzazione, situazione punibile inoltre con la reclusione da tre a sei anni. Saranno successivi Dpcm a regolare tutta questa parte, inclusi gli obblighi assicurativi.

Responsabilità civile

Il Ddl, attualizzando quanto già previsto dalla legge del 2015 che ha reso esecutiva una Convenzione internazionale firmata negli anni 70 a New York, ribadisce anche l’obbligo di immatricolare gli oggetti spaziali lanciati in Italia in un apposito Registro, con codice preceduto dall’identificativo nazionale ITA. L’articolo 18 sull’obbligo assicurativo resta invece uno dei più controversi. «L’operatore è sempre tenuto al risarcimento dei danni cagionati a terzi sulla superficie terrestre nonché agli aeromobili in volo» e alle persone e cose che vi si trovano a bordo, fatta eccezione che sia provato che i danni sono stati causati da un terzo o dallo stesso danneggiato. Ne deriva uno obbligo di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni con massimale a 100 milioni di euro per ciascun sinistro. Il terzo danneggiato ha azione diretta contro l’assicuratore per il risarcimento. Inoltre, l’assicuratore è tenuto a risarcire il danno anche se derivato da dolo dell’operatore o dei suoi dipendenti. Sono punti criticati dal mondo privato ma durante l’esame in Aula è stata apportata una parziale modifica con l’obiettivo di dare più flessibilità sulla tempistica. L’emendamento approvato stabilisce che sarà il provvedimento di autorizzazione a fissare la data entro cui l’operatore deve procedere alla stipula della polizza.

Le polemiche sulla Starlink di Musk

Per le opposizioni, l’articolo 25 del Ddl spiana la strada a forniture di internet satellitare della Starlink di Musk per comunicazioni satellitari destinate ad ambiti strategici come la Difesa e le reti diplomatiche. Versione smentita dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso che parla invece di un progetto per verificare la realizzabilità di una costellazione satellitare nazionale che in futuro potrebbe essere, al contrario, in competizione con il sistema di Starlink.

Ricapitolando, l’articolo contestato prevede che il ministero delle Imprese e del made in Italy provveda alla costituzione di una riserva di capacità trasmissiva nazionale attraverso comunicazioni satellitari, utilizzando, al fine di garantire la massima diversificazione, sia satelliti sia costellazioni in orbita geostazionaria, media e bassa, gestiti esclusivamente da soggetti appartenenti all’Unione europea o all’Alleanza atlantica (quindi teoricamente anche agli Usa, come la Starlink di Musk). Obiettivo: garantire la comunicazione tra nodi di rete strategici per applicazioni di natura governativa o di interesse nazionale, come quelle per la Difesa e le reti diplomatiche, e comprese le comunicazioni del cloud nazionale. Il comma 3 prevede che il ministero delle Imprese e del made in Italy promuova attività volte alla definizione dei requisiti per la fornitura della riserva di capacità trasmissiva, alla definizione dei criteri per la selezione dei soggetti che realizzeranno le relative infrastrutture terrestri e spaziali e alla definizione del valore complessivo di un’eventuale gara per l’aggiudicazione dei servizi. Ed effettivamente uno studio di fattibilità sulla possibile costellazione nazionale è già stato commissionato a dicembre all’Agenzia spaziale italiana.

Fonte: Il Sole 24 Ore