Dal caffè alle batterie commestibili: così l’agrifood applica l’economia circolare

Nella valorizzazione delle eccedenze, le aziende alimentari italiane di trasformazione risultano molto attive: 8 su 10 utilizzano almeno una pratica di economia circolare, tra riuso (per fini sociali e non) e valorizzazione di residui e scarti non più edibili. Nello specifico, il 75% adotta forme di riuso, soprattutto donazioni per fini sociali, ma anche vendite su mercati secondari, ritrasformazione o cessione per l’alimentazione animale. In Italia, le grandi e medie aziende della trasformazione donano circa 139mila tonnellate di eccedenze edibili per anno, mentre ne riusano in altra forma altre circa 182mila tonnellate.

Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’ Osservatorio Food Sustainability della School of Management del Politecnico di Milano . Numerosi sono gli esempi virtuosi di quando lo scarto diventa ingrediente.

Dalla birra ai biscotti, dal caffè ai cosmetici

Dalla collaborazione tra due aziende toscane, Birrificio Bvs del Valdarno e Biscotteria Vannino di Calenzano, nasce infatti l’idea di creare prodotti da forno con lo scarto di produzione della birra artigianale. Il semilavorato del birrificio, chiamato trebbie, non deve più essere smaltito come residuo organico, ma viene totalmente recuperato e valorizzato: nascono così le “Trebbie del Birraio”, cracker artigianale ricco di fibre e gustoso, e “I Biscotti del Birraio”, classico sablè al cioccolato.

Restando in ambito di trasformazione alimentare, la piattaforma dedicata alla compravendita di rifiuti industriali Cyrkl ha supportato Prosit, azienda leader nel settore beverage, nella ricerca di un partner che lo aiutasse a valorizzare gli scarti di bucce arance derivanti dalla produzione di succhi. Prosit ha così potuto vendere le bucce di arancia a 10 euro a tonnellata trasformandole in farina vegetale adatta per usi alimentari, con un notevole risparmio economico, siccome il tipo di smaltimento precedente aveva un costo molto elevato. La farina di bucce di arancia, ricca di fibre e antiossidanti naturali, può essere utilizzato come ingrediente in vari prodotti alimentari, come biscotti, torte, pane.

Da scarto alimentare a prodotto di bellezza è quanto presentato in occasione di Cosmoprof 2024, da Intercos (prodotti di bellezza e make up) e Amarey (società del gruppo Illy), ovvero un innovativo burro di caffè dalle molteplici applicazioni, con proprietà tonificanti ed emollienti. Il prodotto nasce dalla “silverskin”, la pellicina argentata che riveste i chicchi di caffè, una pellicola che si stacca durante il processo di tostatura e che fino a oggi veniva scartata.
La “silverskin” conserva una piccola parte di grasso che rappresenta un grande valore aggiunto per il mondo della cosmesi. «Applicando il modello dell’economia circolare – dichiara David Brussa, direttore Qualità Totale e Sostenibilità della illycaffè – abbiamo studiato come convertire elementi che attualmente vengono scartati dal processo di produzione, come per esempio la polvere di caffè verde, i chicchi tostati rotti e, appunto, la silverskin, in un nuovo sottoprodotto. Vogliamo valorizzare tutte le possibili tipologie di scarto, perché sappiamo che sono ancora molto ricche di molecole che possono essere reinserite in altri circuiti produttivi e riutilizzate».

Fonte: Il Sole 24 Ore