Dal catasto alle spiagge, ecco tutti i dossier contestati dall’Europa all’Italia

Dal catasto alle spiagge, ecco tutti i dossier contestati dall’Europa all’Italia

Dal catasto alle spiagge, passando per il Pnrr, il Mes e gli edifici green. Sono numerosi i punti di frizione tra il governo italiano e le istituzioni Ue. È con crescente preoccupazione che la Commissione europea guarda alle difficoltà italiane nel mettere in pratica il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Nel pubblicare annuali raccomandazioni-Paese, l’esecutivo comunitario ha sottolineato i rischi di ritardo nel seguire il calendario previsto di obiettivi e traguardi, e ha esortato l’Italia a presentare velocemente eventuali modifiche al Pnrr. Più in generale, Bruxelles ha chiesto di limitare l’andamento della spesa pubblica.

Riforma del Catasto inattuata

Tra l’altro l’Italia è chiamata «a riformare il fisco, riducendo ulteriormente le imposte sul lavoro e rendendo più efficiente il sistema fiscale (…) preservandone la progressività (il riferimento è al progetto di flat tax, ndr) e migliorandone l’equità. Alla commissione non piacciono poi alcune assenze. Prima fra tutte, come d’abitudine, quella del Catasto. «I valori catastali vanno allineati a quelli di mercato», insistono dall’Unione europea con un richiamo destinato anche questa volta a rimanere inascoltato.

Ue: concessioni balneari restano fonte di preoccupazione

Nel rapporto sull’Italia, nell’ambito del pacchetto di primavera del semestre europeo, la Commissione Ue segnala anche che i «continui ritardi nell’implementazione di procedure competitive efficaci per l’assegnazione di licenze per la gestione di strutture marittime, lacustri e fluviali per il tempo libero e il turismo (concessioni balneari) rimangono una fonte di preoccupazione e comportano una significativa perdita di entrate». Tanto più che la Corte di Giustizia Ue ha affrontato il nodo delle concessioni dei balneari imponendo all’Italia di applicare la direttiva Bolkenstain: le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. Le autorità nazionali italiane sono tenute pertanto ad applicare le norme del diritto europeo disapplicando le disposizioni non conformi.

I rischi di infrazione e il tavolo consultivo a palazzo Chigi

Sui balneari l’Ue ha già aperto una procedura di infrazione e, dopo la decisione della Corte Ue, il rischio che si arrivi a sanzioni in assenza di un adeguamento alle normative europee è altissimo. Ma il governo traccheggia, limitandosi per ora a istituire «presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per il coordinamento amministrativo» il tavolo tecnico consultivo sulle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali.

I ritardi sul Pnrr

Non solo. «L’attuazione del Pnrr procede, ma con un rischio crescente di ritardi». Per la prima volta, nel Country Report con le Raccomandazioni all’Italia, la Commissione Ue mette nero su bianco il termine «delays». Ritardi, appunto. E aggiunge un’esortazione esplicita ad accelerare: «Andare avanti rapidamente con l’implementazione del Piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale, data la natura temporanea della Recovery and Resilience Facility, in vigore fino al 2026.

Fonte: Il Sole 24 Ore