Dal contributo affitto agli sgravi per i lavoratori del turismo: ecco le modifiche di maggioranza al decreto lavoro
Reintrodurre, nella disciplina dell’Assegno di inclusione, la norma – già introdotta dalla legge di bilancio di quest’anno nella disciplina del reddito di cittadinanza – per corrispondere direttamente al locatore la parte del beneficio destinata per legge al pagamento dell’affitto. È quanto prevedono emendamenti di maggioranza al decreto lavoro all’esame del Senato. «La componente relativa all’integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione concessa in locazione di cui al comma precedente, – si legge in particolare nell’emendamento presentato da FdI – è erogata direttamente al locatore dell’immobile risultante dal contratto di locazione. A tal fine il beneficiario comunica all’ente erogatore i dati del locatore». Il pagamento «è imputato dal locatore al pagamento parziale o totale del canone» Proposte analoghe dovrebbero essere presentate, a quanto si apprende, anche da Lega e Forza Italia.
FdI, per turismo Irpef al 10% e zero contributi
Irpef scontata ed esonero contributivo per i lavoratori del settore turistico nei mesi estivi. A prevederlo è un altro emendamento di Fratelli d’Italia (firmato da Berrino, Russo, Satta, Zullo, Leonardi) al decreto lavoro all’esame del Senato. «In via eccezionale, al fine di assicurare la tutela produttiva e occupazionale delle filiere del turismo e garantire il reperimento della manodopera necessaria allo svolgimento delle relative attività, i redditi da lavoro subordinato corrisposti ai lavoratori dai datori di lavoro privati» appartenenti a specifici settori (alberghi, ristoranti, gelaterie, bar, cinema, teatri, taxi, parchi divertimento, piscine ecc…), nonché agenzie viaggi e tour operator, «con riferimento ai periodi di paga di giugno, luglio, agosto e settembre 2023, sono soggetti a una imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 10 per cento e sono esonerati dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail, per la quota a carico dei lavoratori». L’emendamento prevede anche che il regime si applichi, «per l’intero anno 2023, ai redditi percepiti dai lavoratori del settore turistico-ricettivo per la prestazione di attività lavorativa nelle giornate di sabato, domenica e festivi»
Mazzella (M5S): emendamento per proroga smart working fragili
Un emendamento targato M5s punta alla proroga dello smart working per i lavoratori fragili. «Il 30 giugno prossimo scadrà il diritto per i più fragili, sia nel pubblico sia nel privato, di lavorare in smart working. Il Movimento 5 Stelle ha presentato inoltre un emendamento al decreto Lavoro, che inserirà fra quelli segnalati, per prorogare tale scadenza fino a fine anno. Auspichiamo che tutti gli altri gruppi parlamentari, tanto di maggioranza quanto di opposizione, vogliano appoggiarlo. Malgrado l’Oms abbia dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria della pandemia Covid-19, dobbiamo necessariamente continuare a tutelare i più deboli» afferma in una nota il capogruppo del M5S in commissione Lavoro-Sanità al Senato Orfeo Mazzella.
Magni (Avs), 40 emendamenti: contrasto povertà e salario minimo
Il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra del Senato ha presentato 40 emendamenti e 2 ordini del giorno al Decreto Lavoro. «Le proposte di modifica di Avs partono da tre direttrici principali: contrasto alla povertà, salario minimo legale, misure per favorire il lavoro stabile e dignitoso». Lo spiega il senatore Tino Magni. Innanzitutto ripristiniamo un contrasto alla povertà universale tornando al reddito di cittadinanza estendendolo ai single, alle donne vittime di violenza, a chi si trova in particolari condizioni di fragilità e disagio, fino al permanere delle condizioni di povertà. Eliminiamo inoltre il requisito di accesso all’assegno di inclusione, che prevede la presenza di un componente minore, disabile o con sessant’anni di età, superando anche la disposizione della Legge di bilancio 2023. Introduciamo un salario minimo legale a 9 euro lordi l’ora e misure per favorire il lavoro stabile e dignitoso.
Fonte: Il Sole 24 Ore