Dal litio agli idrocarburi, ecco perché l’Italia ora guarda all’Argentina di Milei. Presto missione con imprese
Consolidare ancora di più il rapporto tra Italia e Argentina e intensificare le occasioni commerciali, soprattutto nell’ambito del settore energetico. Sono le priorità emerse dall’incontro “Argentina: nuove opportunità nel settore energetico e della transizione produttiva”, promosso da ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Promos Italia, Ice, Camera di Commercio Italiana in Argentina, che si è svolto martedì 25 giugno e che fa seguito alla recente missione in Italia del presidente Milei e del ministro degli Affari Esteri, Diana Mondino. L’attenzione dell’Italia verso l’Argentina «é massima – come ha confermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenuto in video conferenza -. Io conto di andare in Argentina nei prossimi mesi con una delegazione di imprese, dobbiamo fare di più e ce lo dicono proprio le nostre imprese».
Le risorse dell’Argentina
Il Paese del Sud America infatti ha ingenti risorse di petrolio, gas naturale, risorse energetiche rinnovabili e si è aperta anche la partita del litio, legato al business delle terre rare. «Le materie prime e le terre rare sono fondamentali per un Paese come il nostro – ha sottolineato Tajani -, perché dobbiamo competere con la Cina che, di fatto gestisce tutto il settore delle materie prime e delle terre rare come il litio». Se quindi l’Italia vuole competere a livello globale deve essere “più libera” nel commercio di queste materie prime e per questo la collaborazione con l’Argentina in questi settori diventa strategica.
Nel 2023 interscambio a 2,3 miliardi di euro
I rapporti dell’Italia con l’Argentina sono tradizionalmente eccellenti, anche in virtù dei legami storici e culturali. Nel 2023 l’interscambio è stato pari a circa 2,3 miliardi di euro. Ora con il nuovo corso impresso dal governo di Milei potrebbe diventare più facile investire in Argentina, che è una «terra di opportunità che oggi sono concrete», come ha spiegato la ministra degli Affari Esteri del Paese, Diana Mondino. «In sei mesi di nuovo governo l’inflazione si sta riducendo velocemente – ha aggiunto -. Abbiamo ridotto la spesa pubblica, come fonte di crescita ci rimane quella esterna: quello delle esportazioni è il principale motore di crescita che avrà l’Argentina nei prossimi decenni». Secondo la ministra «tutto può crescere in Argentina» e il governo aiuta questo nuovo corso «cercando di modificare i problemi micro economici alla radice». Quindi adeguando la spesa fiscale, modificando la politica monetaria, riducendo notevolmente i tassi di interesse, «inoltre il tasso di cambio è molto stabile e abbiamo un livello di disoccupazione che è inferiore rispetto a quello che avevamo anni fa. Questi cambiamenti sono fondamentali». E poi c’è il lavoro di deregolamentazione che facilita gli investimenti e il lavoro delle imprese. Grazie a tutte queste riforme questo «é il momento giusto di investire in Argentina», come ha evidenziato Giorgio Alliata di Montereale, presidente della Camera di commercio italiana in Argentina, e se l’Italia non sale su questo treno «perderà grosse opportunità». Come quella presenta nell’area di Vaca Muerta dove l’Argentina «ha riserve di idrocarburi per 300 anni», come ha ricordato Juan Carlos Doncel, presidente di Enarsa, Energia Argentina Sociedad Anonima. «Abbiamo lasciato da parte il falso concetto della sovranità energetica, l’Argentina ha una finestra, adesso, da cui deve trarre vantaggio e se non lo farà perderemo un’opportunità unica – ha concluso -. C’è stata poi la comparsa del litio sullo scenario che ci fa dire che ci saranno molte novità, adesso ci sarà l’esportazione libera con un solo nulla osta».
Fonte: Il Sole 24 Ore