Dalla Carnia le maschere e i mosaici di Giulio Candussio
I sassi hanno un’anima, luminosa e coesa. E Giulio Candussio, uno dei più importanti artisti friulani viventi, la svela nei suoi mosaici. L’astrazione delle linee, le superfici bianche vibrano di tessere divenute luce grazie al loro posizionamento. La luce rimbalza e crea emozioni: quelle forti che restituisce la mostra antologica «Rappresentazione di una visione», racconto di tutta la carriera dell’artista, alle soglie dei suoi 80 anni.
Il destino di Candussio è già nel suo luogo di nascita: Paularo, Carnia felix. Nella radice Karn – roccia, in celtico – è impressa l’arte. Candussio, dopo aver frequentato la scuola dei mosaicisti di Spilimbergo, inizia dal mosaico, figurativo prima, astratto poi, a rivestire anche superfici tridimensionali creando sculture musive. Mescola ciottoli del fiume Tagliamento carichi di luce smeraldina con paste vitree e smalti veneziani: «La materia del mosaico esercita su di me grande fascino – spiega –, sia quella serica dei ciottoli naturali, sia quella splendente e vibrante delle paste vitree, perché c’è qualche forza misteriosa della natura e il fuoco che le hanno plasmate».
Il percorso allestito negli enormi spazi della Caserma napoleonica Montesanto di Palmanova è anche disegno, pittura, computer grafica e scultura. Candussio è ingegno multiforme: si sentono gli influssi di Giuseppe Zigaina, alcuni sprazzi di Getulio Alviani e il segno-colore-luce di Piero Dorazio. L’astrazione domina ed è tutta un rincorrersi di luci, volumi e rimandi interni. Linee che emergono dal buio e creano movimento, gioia dell’anima. Come nelle sculture, altro lascito della Carnia, dove la lavorazione del legno è arte da sempre. Candussio abbraccia i tronchi grezzi, li lavora con pazienza, fino a far emergere maschere, rese contemporanee da tempere, foglia d’oro e mosaico.
Sessant’anni di carriera in riflessi sull’acqua, tramonti sul Tagliamento, campi di papaveri, scogli sul mare nero, memorie di muri friulani. Le visioni geometriche di Candussio diventano pace del cuore «ta la passion suturna da lis monts», nella passione ombrosa delle montagne, per dirla con la poetessa Novella Cantarutti.
«Giulio Candussio. Rappresentazione di una visione»
Fonte: Il Sole 24 Ore