dalla pista da sci alla leadership aziendale

dalla pista da sci alla leadership aziendale

È cambiato, è senz’altro cambiato. Se guardiamo al mondo delle sci, gli atleti più importanti hanno quasi tutti uno staff, quello che avevamo con Alberto Tomba o che anni prima aveva anche Marc Girardelli, sotto la gestione del padre. Lo sci, come altri sport, è una disciplina individuale quando si è sul campo di gara ma l’essere squadra, in modo compatto, spesso fa la differenza, a cominciare dagli allenamenti: il confronto con il compagno più bravo fa crescere anche tutto il resto del gruppo.

Diventare un modello per gli altri non è una virtù di molti: come si conquista la fiducia e il rispetto dei compagni? E come si applica questo concetto in un’impresa?

In qualsiasi ambito, sportivo e soprattutto lavorativo, il leader deve essere la figura guida, il punto di riferimento per le persone che lavorano insieme a lui: se come responsabile di un team richiedo puntualità, al campo di allenamento o in ufficio, non posso arrivare più tardi, perché sarebbe un cattivo esempio. Il rapporto di fiducia con i propri collaboratori è senz’altro molto importante, il clima che si crea internamente a un gruppo è fondamentale, perché se ognuno pensa a sé stesso, o si lamenta in continuazione e non trova nulla di positivo in ciò che fanno e sono gli altri, non si va da nessuna parte e non si porta alcun vantaggio a nessuno. Pensiamo al calcio: un giocatore bravo, un talento, al quale non viene mai passata la palla non può giocare, non può essere utile alla squadra e dare il suo contributo.

Quanto conta la “testa” per essere vincenti? Conta più del talento e dell’esperienza?

Ci devono essere tutte e tre queste componenti, anche se credo che la testa sia la caratteristica vincente. Se penso alla mia esperienza di atleta ricordo che in squadra avevamo tanti ragazzi che in allenamento erano veloci fra i pali come lo ero io: poi in gara era diverso, perché negli appuntamenti e nelle occasioni che contano è necessario gestire la pressione e avere la capacità di non sentirne il peso. Senza la testa, anche il grande talento può incontrare difficoltà. Ma può capitare a tutti di non essere al meglio, di non essere sempre al massimo.

Fonte: Il Sole 24 Ore