Dalle forze armate ai metalmeccanici: ecco le professioni con meno donne che possono accedere agli incentivi per le assunzioni
Le donne rappresentano solo il 2,1% degli occupati tra artigiani e gli operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche, nell’industria estrattiva si fermano al 2,4% e tra i conduttori di veicoli, macchinari mobili e di sollevamento al 2,6%. Non va meglio nelle Forze Armate: tra i sergenti, sovraintendenti e marescialli è femminile solo il 3,7% del personale, tra gli ufficiali il 4,8%, tra le truppe il 6,1%.
Tasso di disparità al 95,9% tra artigiani e operai metalmeccanici specializzati
È il decreto del ministero del Lavoro, di concerto con il ministero dell’Economia dello scorso 30 dicembre ad individuare per il 2025 i settori e le professioni caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la disparità media per l’applicazione degli incentivi all’assunzione introdotti dalla legge Fornero, la n.92 del 2012. Il tasso di disparità medio rilevato dall’Istat per il 2023 è pari al 9,6%. La soglia sopra la quale un settore è caratterizzato da un tasso di disparità uomo-donna superiore di almeno il 25% del valore medio è pari al 12%. I settori che hanno registrato un tasso di disparità inferiore non sono riportati, mentre le professioni sopra menzionate inseriti in questa “black list” hanno un tasso di disparità che oscilla tra il 95,9% (artigiani e gli operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche) e l’87,9% (truppe delle Forze Armate).
Tra le professioni qualificate nei servizi di sicurezza la presenza femminile rappresenta il 14,5% e il tasso di disparità è al 71%. Tra le professioni della ”black list” ma con una percentuale più elevata di donne troviamo ingegneri, architetti e professioni assimilate con il 20,2% di presenza femminile e il tasso di disparità al 59,6% e gli specialisti nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dove le donne sono il 19,2% e il tasso è al 61,5%.
Gli incentivi della legge Fornero per le donne svantaggiate
La mappatura fatta annualmente dal ministero del Lavoro è necessaria per applicare l’incentivo all’assunzione delle donne considerate svantaggiate, perchè in base al Regolamento (UE) n. 651/2014 si trovano nella condizione di «essere occupate in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici dello Stato membro».
La legge Fornero aveva introdotto uno sgravio del 50% dei contributi per il datore di lavoro all’assunzione di 4 categorie di lavoratori: donne di qualsiasi età residenti in aree svantaggiate e prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; donne di qualsiasi età, che esercitano una professione o siano impiegate in un settore in cui vi sia un’accentuata disparità di genere e che siano prive di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; donne di qualsiasi età, ovunque residenti e prive di impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi; uomini o donne con almeno cinquanta anni di età è disoccupati da oltre dodici mesi. L’incentivo dura 18 mesi per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato e le stabilizzazioni, per 12 mesi per i contratti a tempo determinato (compresa la somministrazione).
Fonte: Il Sole 24 Ore