Dalle malattie rare ai rischi emergenti: la ricerca Ue sui farmaci scommette 7 miliardi

Dalle malattie rare ai rischi emergenti: la ricerca Ue sui farmaci scommette 7 miliardi

L’Unione europea sblocca un miliardo di aiuti nazionali a un progetto comune europeo di ricerca farmaceutica sulle malattie rare, sia nella resistenza agli antibiotici e sia in campo oncologico. Ma anche la risposta terapeutica alle minacce sanitarie emeregenti. Si tratta del primo Importante progetto di comune interesse europeo (Ipcei) nel settore sanitario. Coinvolge 14 programmi di 13 aziende, tra cui nove pmi, in sei Paesi europei, Italia inclusa. I sei Paesi membri – tra cui l’Italia – forniranno fino a 1 miliardo di euro di finanziamenti pubblici, che dovrebbero sbloccare ulteriori 5,9 miliardi di euro di investimenti privati.

Coinviolte grande aziende ma anche Pmi e start up

L’obiettivo è creare un «ecosistema più ampio» che coinvolgerà «quasi 200 partner»: I sei Stati «forniranno fino a 1 miliardo di euro in finanziamenti pubblici e prevediamo che ciò sbloccherà quasi 6 miliardi di euro in ulteriori investimenti privati», ha spiegato la vicepresidente della Commissione europea Margrethe Vestager. L’alleanza europea si chiama Med4Cure e, come detto, si concentra in particolare sulle malattie “orfane”, che colpiscono meno di una persona su 2.000. Oltre all’Italia sono schierati Belgio, Francia, Ungheria, Slovacchia e Spagna. Le aziende italiane coinvolte sono sia startup e pmi, e sia un grosso player come l’unità nel Paese di Sanofi. Si occupano di resistenza agli antibiotici come la toscana Fagoterapia o la sarda Nurex, o di terapia con cellule staminali come l’emiliana Holostem o di terapie antitumorali come la romana Takis.

Con gli investimenti la creazione di 6mila posti di lavoro

Med4Cure coprirà tutte le fasi nella vita del farmaco, dalla raccolta e studio di cellule, tessuti e altri campioni, alle tecnologie di produzione sostenibile di terapie innovative, compresi i trattamenti personalizzati, e all’applicazione di tecnologie digitali avanzate. Gli Stati partecipanti stimano che Med4Cure potrà creare circa 6mila posti di lavoro diretti e indiretti. Il finanziamento da un miliardo è stato sottoposto al vaglio della Commissione europea in base alle regole sugli aiuti di Stato. L’Ipcei, ha sottolineato, contribuirà in particolare al raggiungimento degli obiettivi dell’Unione sanitaria europea con innovazioni sulle malattie senza ancora adeguata prevenzione o cura, aumentando la preparazione Ue alle minacce sanitarie emergenti. Il completamento dell’Ipcei complessivo è previsto per il 2036, con tempistiche variabili in funzione dei singoli progetti e delle aziende coinvolte.

Le applicazioni a cui punta il progetto europeo

Quattro i focus di Med4Cure. Innanzitutto, raccolta, studio e digitalizzazione di cellule e altri campioni di bio-risorse per creare una rete di bio-banche dati per lo sviluppo e l’identificazione di farmaci e candidati diagnostici. Ci sarà poi lo sviluppo di modelli preclinici per testare nuove terapie e metodi diagnostici. Un terzo filone riguarderà la convalida di nuovi trattamenti, vaccini e terapie geniche. Un progetto testerà, ad esempio, prodotti terapeutici avanzati realizzati con materiale biologico umano per ripristinare la cornea di pazienti con disabilità visive causate da una malattia rara. Infine, si punterà a sviluppare tecnologie più innovative e più sostenibili per la produzione di prodotti farmaceutici.

Fonte: Il Sole 24 Ore