Dalle spiagge ai vicoli tra i sapori caleidoscopici della magica Bahia

Dalle spiagge ai vicoli tra i sapori caleidoscopici della magica Bahia

Le interminabili spiagge bianche di Itaparica e Morro de São Paulo, dove si infuocano le griglie per i brunch domenicali, con pesci e molluschi procurati dai pescatori-artigiani dell’Alleanza Kirimurê. Potrebbe iniziare sulle rive di una di queste isole al largo di Salvador l’incontro con Bahia, lo stato più leggendario e affascinante del Brasile. Un’architettura coloniale dai colori vivaci convive con una radicata eredità africana, impregnata di sincretismo religioso. Una cucina succulenta dove si intrecciano suggestioni e radici variegate e profonde. I ritmi della musica Axè, dall’energia contagiosa che si accende all’improvviso per strada o in minuscoli caffè.

A spasso per Salvador di Bahai

Passeggiare nel Pelourinho, il quartiere storico nel cuore della capitale Salvador, è il modo migliore per avvicinarsi a questo universo di strade acciottolate, chiese, murales, patrimonio mondiale dell’Unesco. Ci si perde negli stretti vicoli e con un’acqua di cocco tra le mani si attraversa la celebre piazza, per arrivare alla Chiesa di São Francisco, al Museo Afro-Brasiliano e all’edificio azzurro che ospita la Fondazione Jorge Amado. Merita una visita l’albergo Wish, dichiarato bene culturale dello Stato di Bahia, considerato un riferimento dell’architettura modernista brasiliana: contiene 350 opere di Genaro de Carvalho, Carybé e Julio Espinosa, interpreti di spicco del puro folklore bahiano. Per toccare il cuore più vivo della città occorre però visitare la Feira di São Joaquim nel quartiere Água de Meninos: è molto più di un mercato, molti la considerano l’espressione più autentica dello spirito cittadino. Esiste da oltre 300 anni e ci trova qualsiasi cosa, dai generi alimentari all’abbigliamento, oggetti di piccolo artigianato e strumenti di lavoro, ma anche quelli necessari alle cerimonie religiose della cultura afro-brasiliana, dagli abiti bianchi alle erbe, oltre a essere palcoscenico per le esibizioni di musicisti, ballerini e capoeiristi. La musica non manca mai a Salvador. I candidi riti del candomblé non sono per tutti, ma i ritmi tradizionali africani e gli spettacoli al suono di tamburo del Gruppo Culturale Olodum, simbolo dell’identità afro-brasiliana di Salvador, evocano emozioni difficili da dimenticare.

Esperienze gastronomiche

Infine il cibo, ricco, succulento, speziato, una tavolozza di colori e sapori dove confluiscono influenze africane, portoghesi e indigene. Non può mancare la moqueca de camarão, stufato di frutti di mare cotto a fuoco lento in latte di cocco e olio di dendê, e si termina con la cocada, delizioso dolce al cocco. Ma il re dello street food è l’acarajé, vero e proprio patrimonio culturale di Bahia, una frittella di piselli dall’occhio nero fritta in olio di palma, che può essere riempita con pepe, vatapá (una pasta a base di gamberi, latte di cocco e pane), stufato di gombo, gamberi essiccati e insalata. In Largo da Mariquita, uno dei luoghi più trendy del quartiere Rio Vermelho, l’acarajé di Cira è considerato il migliore di Salvador. La scena gastronomica ormai molto varia della città offre però anche interessanti proposte contemporanee: Manga, affacciato sull’oceano, è la miglior interpretazione della tradizione locale con occhio attento alle tendenze attuali. Ai fornelli c’è la coppia Bassi, Dante, bahiano doc, e Katrin, abilissima pastry chef tedesca. Si sono conosciuti nelle cucine dei grandi ristoranti europei per poi decidere di avviare il proprio progetto in Brasile. I menu degustazione multisensoriali sono giocosi, irriverenti e in qualche caso audaci, come le zampe di pollo croccanti alla crema di paprika – che richiede 12 ore di preparazione – con cui si accompagna il cocktail di cachaça. La proposta diventa poetica nell’Oferenda, piatto elaborato e simbolico a base di anatra creato in omaggio al Candomblé. L’anno scorso Manga è stato premiato come miglior ristorante del nord-est del Brasile ed è stato incluso nella Discovery 50 Best.

Fonte: Il Sole 24 Ore