Dalle vecchie reti e dagli scarti del pesce a cosmetici e cinture di sicurezza

Dalle vecchie reti e dagli scarti del pesce a cosmetici e cinture di sicurezza

Sostanze bioattive, integratori alimentari, cosmetici e farmaci dagli scarti del pesce. Ma anche cinture di sicurezza per automobili dal riciclo delle vecchie reti da pesca. La rivoluzione all’insegna della sostenibilità e dell’economia circolare parte dal mare. A portarla avanti, in Liguria, con il progetto EcoeFISHent (cinque anni la durata e 34 partner da 7 paesi europei) è, per l’Italia, la Aqua De Mâ, società di acquacoltura che alleva orate e branzini al largo di Lavagna (nel golfo del Tigullio, tra Sestri Levante e Portofino) attraverso un sistema composto da 16 gabbie affondabili «che garantiscono ai branzini e alle orate spazi di vita ottimali e il rispetto del loro ciclo vitale in un ambiente estremamente naturale».
Il progetto si sviluppa seguendo due strade parallele. Da una parte c’è la lavorazione degli scarti del pesce, dall’altra quella della plastica riciclata.

Punto di partenza, quindi il recupero e la separazione degli scarti di lavorazione del pesce e quindi la trasformazione in sostanze bioattive da impiegare nei settori più differenti. Nello specifico, il materiale di scarto prodotto dall’impianto di acquacoltura sarà raccolto da altri partner del progetto per il pre-trattamento attraverso una particolare attrezzatura con cui è possibile recupero e separazione degli elementi che saranno poi utilizzati per la preparazione di prodotti differenti che vanno dagli alimenti funzionali, agli integratori alimentari continuando con cosmetici e farmaci.

«I residui di queste sostanze saranno a loro volta impiegati per fertilizzanti ad uso agricolo, biodiesel e chitina – chiariscono dal gruppo -. In alternativa all’utilizzo di materiale plastico per trasportare e conservare il pesce, il progetto prevede la realizzazione di scatole riutilizzabili in Moca (materiale destinato al contatto con gli alimenti), già brevettato, biodegradabile e compostabile».

Nell’ambito della filosofia del riciclo rientrano anche le reti e le lenze da pesca abbandonate in mare e recuperate dai pescatori e da chi lavora nel settore dell’acquacoltura. In questo caso, saranno raccolte e inviate a una fabbrica di plastica per il riciclo creativo e le scatole utilizzate per il confezionamento del pesce verranno sostituite gradualmente con eco-box compostabili e biodegradabili.

Un progetto «virtuoso», come sottolineato dall’amministratore delegato di Aqua De Mâ Roberto Cò. «Da sempre siamo attenti alla qualità del nostro mare e le analisi che conduciamo periodicamente confermano che il nostro impianto è ecologicamente sostenibile. Questa di EcoeFISHent è però un’occasione unica che ci permetterà di migliorare ulteriormente nella tutela ambientale concretizzando i principi dell’economia circolare».

Fonte: Il Sole 24 Ore