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Dall’olio per friggere al biocarburante: Hera recupera 133 tonnellate dalle catene Cremonini
Dalla friggitrice al motore. Nel 2024 sono salite a oltre 133 le tonnellate di oli vegetali esausti raccolti da 220 ristoranti Chef Express, Roadhouse, Calavera e Wagamama del gruppo Cremonini e trasformati in biocarburanti da Hera, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente. La collaborazione riguarda punti ristoro distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una più forte concentrazione in Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto.
Un processo certificato
Il processo di trasformazione inizia con la separazione e lo stoccaggio degli oli di scarto nelle cucine di ogni ristorante da parte di personale appositamente formato da Cremonini. Tali scarti, per esempio gli oli di frittura, sono poi prelevati da Hera nei ristoranti e sottoposti a un pretrattamento, secondo rigidi parametri di qualità, che consente poi l’ingresso nelle bioraffinerie, dove avviene la trasformazione in biocarburante.
L’intero percorso è certificato da un istituto indipendente secondo lo standard AFNOR XP X30-901, il principale riferimento internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione per progetti in ambito economia circolare.
Mercato da 100mila tonnellate
«Il progetto, pienamente coerente con l’impegno sulla decarbonizzazione previsto dal piano industriale del gruppo Hera, parte da un presupposto rilevante: in Italia il 35% degli oli vegetali esausti, pari a oltre 100mila tonnellate, viene generato da industria alimentare, ristorazione e artigianato», spiega Giulio Renato, direttore centrale Servizi Ambientali e Flotte di Hera: «Dunque attività come queste valorizzano un potenziale ancora in buona parte da dispiegare per migliorare autonomia energetica e sostenibilità dei trasporti nel Paese».
Sergio Castellano, chief quality & Esg officer di Chef Express, aggiunge: «Il recupero degli oli vegetali esausti si inserisce nel quadro di una più ampia collaborazione del gruppo Cremonini con il gruppo Hera sull’economia circolare, che prevede, fra le altre cose, anche la produzione, dagli scarti organici, di biometano utilizzato per alimentare reti di trasporti pubblici».
Fonte: Il Sole 24 Ore