Davide Monteleone e le responsabilità di un occidente che vorrebbe essere green
Le foto di Davide Monteleone lasciano un segno indelebile, come sono indelebili i segni sul territorio che anni e anni di sfruttamento alla ricerca delle terre rare hanno prodotto su vaste regioni del pianeta. Immagini potenti le sue, dalle geometrie calibrate, condensate in un’estetica scarna e personalissima, di sicuro impatto. Non stupisce dunque che fra i 20 fotografi segnalati per la categoria Segnalazioni il suo progetto “Critical Minerals – Geography of Energy” sia risultato vincitore del Photo Grant di Deloitte 2024.
Tema della competizione la parola “Possibilities” veicolava una riflessione sul potere delle scelte che ognuno di noi può prendere, singolarmente e come parte della società e del’’umanità intera.
Il progetto di Monteleone, con occhio attento e una buona dose di disincanto, narra – con tratti che sono di denuncia e che però talora si fanno perfino liricamente intimistiche nelle campiture quasi rothkiane – le trasformazioni del panorama energetico globale, oltre che umano, nel segno delle fonti rinnovabili. La sua esplorazione, senza voler essere in alcun modo apodittica, evidenzia con cruda determinazione l’intreccio di narrazioni, e quindi di contraddizioni, che sono geopolitiche, sociali e ambientali, che emergono dalla crescente domanda di minerali essenziali per le energie rinnovabili. La domanda sottesa al suo lavoro, finemente descrittivo, è sul chi paga alfine, e non soltanto in termini economici e ambientali, la nostra pur eticamente corretta domanda di energia più o meno green?
E il suo lavoro che ha spaziato dalla Nigeria al Cile e all’Indonesia, senza la pretesa di fornire facili risposte, pone con forza interrogativi ineludibili all’Occidente più ricco e alle élite planetarie.
Guido Borsani, presidente Fondazione Deloitte
“La giuria internazionale, di cui ho fatto parte, ha visto una grande convergenza nello scegliere il lavoro di Davide Monteleone, non solo per la grande qualità estetica delle immagini che ha proposto, ma perché alla base del suo lavoro c’è questa tematica, questa riflessione
Fonte: Il Sole 24 Ore