Dazi di Trump: sull’Italia possibile impatto di 3,8 miliardi sul Pil
C’è un possibile shock nazionale. E, al suo interno, un impatto sugli equilibri macroeconomici tra aree del Paese. L’ipotesi di nuovi dazi commerciali degli Stati Uniti nei confronti delle merci europee, rilanciata con veemenza dal presidente Donald Trump, potrebbe pesare, in uno scenario intermedio, 3,8 miliardi di euro del Pil nazionale e 5,8 miliardi di euro dell’export verso gli Usa. Con una ricaduta in termini di posti di lavoro di oltre 53mila Ula, unità lavorative per anno.
Lo stima la Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, in un’analisi effettuata per Il Sole 24 Ore che si addentra inoltre negli effetti su base territoriale: il Sud perderebbe di meno in termini di Pil, ma soffrirebbe in misura maggiore sulle esportazioni.
Lo scenario intermedio
Tre gli scenari analizzati, tutti ovviamente ipotetici dal momento che, oltre ai proclami presidenziali, non sono emersi ancora elementi concreti sullo schema di dazi, ammesso che Trump non receda una volta ottenuti vantaggi su altre partite (con l’acquisto di gas e armi). Lo scenario intermedio, quello che guardando anche all’affondo fatto su Canada, Messico e Cina potrebbe essere più realistico, poggia su dazi del 20% e vede, rispetto ai dati del 2023, una diminuzione del Pil nazionale di 3,8 miliardi di euro (-0,18%), suddivisi tra 3,3 miliardi al Centro-Nord (-0,2%) e 500 milioni nel Mezzogiorno (-0,1%). Il Sud pagherebbe invece il conto più alto in termini di esportazioni dirette negli States: quasi 800 milioni (-9,3%) a fronte di quasi 5 miliardi del Centro-Nord (-8,5%), per un impatto nazionale di 5,8 miliardi sul totale che nel 2023 ha toccato circa 67 miliardi (-8,6%). Il maggior impatto nelle regioni meridionali sarebbe in larga parte riconducibile al peso rilevante degli Stati Uniti sull’export che la macroarea esprime nell’automotive, nell’agrifood e in parte nella farmaceutica.
La perdita di posti di lavoro potrebbe invece ammontare a 53.600 Ula a livello italiano, di cui 46,300 al Centro-Nord e 7.200 al Sud.
Gli altri scenari
Il primo scenario, più conservativo, si basa su un’ipotesi di nuovi dazi al 10% e qui la perdita di Pil ed export a livello nazionale potrebbe attestarsi rispettivamente nell’ordine di 1,9 miliardi e poco meno di 2,9 miliardi, con il Sud che perderebbe il 4,7% di vendite all’estero rispetto al 4,2% del Centro-Nord. Uno scenario estremo, basato su alcune ipotesi riportate nelle settimane scorse da Reuters, è stato calcolato con dazi al 100% per le auto elettriche mentre il resto dei settori “tassati” subirebbero il 20%. Si giungerebbe, in questo caso teorico, e oggettivamente poco probabile, a un Pil nazionale penalizzato per 5,4 miliardi mentre l’export verrebbe eroso di 8 miliardi e la perdita occupazionale esploderebbe oltre 76mila Ula.
Fonte: Il Sole 24 Ore