
Ddl antiviolenza: debutta il reato di femminicidio. Divieto di avvicinamento, aumenta la distanza minima
Il femminicidio come illecito penale ad hoc, fattispecie autonoma rispetto all’omicidio. Con priorità di valutazione: se una donna viene uccisa, deve essere il primo reato a venire ipotizzato. La tipizzazione di uno dei crimini più odiosi – in Italia nel 2024 sono state uccise 113 donne, di cui 99 in ambito familiare e affettivo (61 da partner o ex) – è prevista in un nuovo disegno di legge contro la violenza sulle donne che approderà oggi pomeriggio in Consiglio dei ministri. Il provvedimento è stato fortemente voluto dalla premier Giorgia Meloni come segnale concreto da lanciare alla vigilia dell’8 marzo ed è il frutto del lavoro congiunto degli uffici del sottosegretario Alfredo Mantovano, del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e della ministra per le Pari opportunità, Eugenia Roccella.
La tipizzazione del reato per aumentare la tutela
Il salto di qualità rispetto all’attuale Codice penale è evidente: oggi sono previste aggravanti se esiste un rapporto di matrimonio o di parentela tra autore e vittima, ma non un reato apposito, come l’infanticidio. La tipizzazione del femminicidio, dunque, punta a proteggere la donna indipendentemente dall’esistenza di vincoli familiari, all’interno di ogni rapporto affettivo, anche non formalizzato, distinguendo così gli omicidi che maturano nell’ambito delle relazioni diseguali di potere tra uomini e donne.
Audizione obbligatoria da parte del Pm se lo chiede la vittima
Non è l’unica novità del Ddl. Il testo, mutuando alcune delle buone pratiche sperimentate nei tribunali più avanzati e specializzati sul tema, prevede, su richiesta motivata della vittima, l’audizione obbligatoria da parte del Pm che dirige le indagini, senza possibilità di delega alla polizia giudiziaria. Obbliga, inoltre, ad acquisire il parere della donna, non vincolante, in caso di richiesta di patteggiamento per i reati elencati nel Codice rosso, dallo stupro ai maltrattamenti, dallo stalking al revenge porn. Viene poi rafforzato il ricorso alla misura cautelare degli arresti domiciliari per gli autori di violenza e si stabilisce l’estensione oltre i 500 metri fissati dalla legge Roccella (168/2023) della distanza minima da tenere, rispetto ai luoghi frequentati dalla persona offesa, in caso di divieto di avvicinamento disposto dal giudice.
Più ferrei i doveri formativi a carico degli operatori
Ancora, l’articolato i doveri informativi alle parti offese e potenzia gli obblighi formativi a carico degli operatori già introdotti nel 2023. Il dipartimento Pari opportunità sfornerà le linee guida, come previsto dalla legge 168, sulla base del Libro bianco contro la violenza messo a punto dal comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio antiviolenza del dipartimento Pari opportunità e presentato lo scorso novembre.
Mai più casi Galiotto, si valuta alt a imposta di registro sul risarcimento
Si valuta, infine, una norma volta a correggere la stortura denunciata dalla mamma di Giulia Galiotto, la trentenne uccisa a febbraio 2009 dal suo ex a Sassuolo: i genitori hanno lamentato di essere stati costretti a difendersi dall’Agenzia delle Entrate che reclamava il pagamento di 6mila euro di tasse sul risarcimento a loro riconosciuto, ma mai ottenuto, da parte del femminicida, ora in libertà. L’ipotesi sul tavolo è l’eliminazione dell’imposta di registro sui risarcimenti, ma potrebbe non entrare subito nel testo. Questione di coperture finanziarie. Non è escluso che il correttivo arrivi più in là, durante l’esame in Parlamento.
Fonte: Il Sole 24 Ore