Ddl sicurezza, il pressing del Viminale: importanti tutele aggiuntive al lavoro delle forze dell’ordine
La pressione per approvare in fretta il disegno di legge Sicurezza è alta, dopo gli scontri di sabato alle manifestazioni di Roma e di Bologna e dopo l’attentato incendiario avvenuto alla caserma dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo, nel Mugello. Ma le spinte che consigliano cautela sono altrettanto forti. Ecco perché nella maggioranza una quadra non si è ancora trovata ed è probabile che del dossier si parlerà oggi in Consiglio dei ministri.
La competizione tra Lega e Fdi
A parole tutti, nel centrodestra, invocano l’esigenza di varare il Ddl per rafforzare le tutele per le forze dell’ordine, a cui ieri è arrivata una lettera di gratitudine del capo della Polizia, Vittorio Pisani («La compostezza e l’equilibrio delle vostre condotte è l’esempio concreto della nostra civiltà giuridica e la fermezza delle vostre azioni garantisce la sicurezza pubblica della nostra collettività, assicurando costantemente la tenuta democratica delle istituzioni»). Sotto traccia, però, si consuma la competizione tra la Lega e Fdi. Il Carroccio di Matteo Salvini è ripartito lancia in resta tornando a chiedere un’accelerazione nell’iter del provvedimento e annunciando la presentazione oggi di un’altra proposta di legge per garantire le spese legali gratuite alle forze dell’ordine indagate per atti compiuti durante il servizio. Da Fdi è Chiara Colosimo a sollecitare uno scatto, lo stesso che assicura la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro. In linea con il Viminale, da dove filtra fermezza: «Il provvedimento per noi è pronto». «Tutti condividono l’esigenza di arrivare al più presto alla definizione di un quadro normativo che sicuramente porrà anche importanti tutele aggiuntive al lavoro complicato delle forze dell’ordine», ha sottolineato il ministro Matteo Piantedosi, ospite di Francesco Giorgino su Rai 1, senza fornire altri dettagli. Il titolare del Viminale ha respinto le accuse di «postura securitaria esagerata»: introdurre nuovi reati o fattispecie (il Ddl Sicurezza ne prevede oltre venti) «significa dare alle forze di polizia, all’autorità giudiziaria, strumenti in più per perseguire gli obiettivi».
Le modifiche chieste dal Colle
Il motivo è semplice: prima di Natale, nel dialogo con il Colle, era emersa la necessità di modifiche (in particolare su due norme: la stretta sulle detenute madri e sulla vendita delle Sim ai migranti). Revisioni che un fedelissimo della premier Giorgia Meloni come Giuseppe Donzelli ieri non ha escluso: «Siamo sempre pronti a riflessioni per il bene della nazione». I relato Erika Stefani (Lega) e Marco Lisei (Fdi) restano in attesa: oggi le commissioni Affari costituzionali e Giustizia dovrebbero riprendere il voto degli emendamenti dall’articolo 14, ma è chiaro che senza il pacchetto di ritocchi atteso dall’Esecutivo l’atmosfera è di sospensione.
L’ampliamento dei poteri dei servizi segreti
Il mosaico complicato del provvedimento, in ogni caso, annovera un’altra tessera su cui si stanno concentrando gli oppositori: l’articolo 31 che amplia i poteri dei servizi segreti, aggiungendo un obbligo di collaborazione e assistenza da parte di amministrazioni, aziende ed enti pubblici, concessionari e università. In questo clima, non stupiscono le reazioni delle associazioni studentesche come l’Udu, che dal 17 gennaio riprenderanno le proteste e i cortei promossi dalla Rete No Ddl.
Fonte: Il Sole 24 Ore