De Pury lancia un format d’asta con opere consegnate direttamente da artisti e gallerie
Negli ultimi anni si è assistito a un assottigliamento del confine tra mercato primario e secondario, a dare il via a questa trasformazione è stata la famosissima asta “Beautiful Inside My Head Forever” organizzata da Sotheby’s il 15 settembre 2008 quando Damien Hirst mise in vendita 223 nuove opere escludendo i suoi galleristi di riferimento White Cube, Larry Gagosian e Harry Blain (Haunch of Venison) che hanno dovuto partecipare all’asta come normali compratori.
In tempi più recenti ci siamo abituati a trovare in asta opere che sono state definite wet paint proprio per il fatto che finiscono sotto il martello rapidamente a distanza di qualche anno dalla loro produzione e dall’acquisto in galleria. A puntare su queste opere è il veterano del mondo dell’arte, Simone de Pury , che ha lanciato una nuova serie di aste curate nelle quale offrirà opere consegnate direttamente da artisti e gallerie. Il format messo a punto dalla società de PURY è concepito per aiutare gli artisti a trarre vantaggio dalla speculazione. L’asta inaugurale, «WOMEN- Art in Times of Chaos», presenterà opere di artiste contemporanee create negli ultimi due anni e mezzo come Genieve Figgis, Chloe Wise, Minjung Kim e Allison Zuckerman, si terrà il 25 agosto, preceduta da una mostra aperta dal 5 agosto sul sito de-PURY.com.
La motivazione alla base di questa iniziativa – ha dichiarato Simone de Pury – è: “la forte domanda di giovani artiste all’asta” sottolineando che la “stragrande maggioranza” dei suoi artisti contemporanei preferiti sono donne.“Questi nuovi prezzi record hanno avvantaggiato i collezionisti che hanno avuto la fortuna di acquistare questi lavori sul mercato primario e che ora le stanno rivendendo”, ha proseguito il banditore. “Il nostro approccio con questa nuova serie è quello di eliminare le speculazioni e di far sì che gli artisti, così come i mercanti che sostengono le loro opere, siano i principali beneficiari finanziari”.
Come funziona l’asta
Per la prima volta saranno gli artisti stessi e le gallerie che li rappresentano a ricevere i proventi degli incanti di opere inedite per il mercato d’asta. L’incanto curato si differenzierà da tutte le altre aste contemporanee: il 100% del prezzo di aggiudicazione andrà all’artista e alla galleria che lo rappresenta, in base all’accordo percentuale stipulato tra loro; il 18% del buyer’s premium, che si aggiunge al prezzo di aggiudicazione, sarà a carico degli acquirenti; il 3% (del prezzo di aggiudicazione) dedotto dal buyer’s premium sarà versato in questa prima asta a “UN Women”, l’organizzazione delle Nazioni Unite il più grande ente di beneficenza per le donne al mondo che realizza programmi, politiche per il sostegno dei diritti umani delle donne. Nelle successive aste con curatela verrà donato sempre il 3% a un’associazione benefica, di volta in volta identificata in relazione al tema della vendita. A guidare l’asta l’avatar di de Pury, la cui immagine è ancora in fase di sviluppo e che parlerà in sincronia con l’audio del banditore e imiterà i movimenti del suo corpo.
Lock-up
Per evitare il fenomeno del cosiddetto flipping, ( cioè l’acquisto di un’opera e la sua rapida rivendita a prezzi più alti a scopo di lucro) gli acquirenti dovranno sottoscrivere una clausola, una specie di lock-up, con la quale si impegnano a non rivendere le opere per un periodo di tre anni. Inoltre le informazioni in merito all’identità degli acquirenti, coloro che si sono aggiudicati l’opera, e a quella di tutti gli offerenti saranno condivise con l’artista e con la galleria che lo rappresenta, fornendo così dati di mercato cruciali, ai quali di solito non si ha accesso quando una loro opera viene messa all’asta.
Impatto ambientale
Simone de Pury ha pensato anche all’ambiente: per le aste non sono previsti cataloghi, materiali stampati, rendendo l’iniziativa più ecologica. Le opere d’arte viaggeranno una sola volta, non dovranno lasciare lo studio o il magazzino dell’artista fino a quando non saranno vendute e pagate, poiché si tratterà di una mostra e di un’asta virtuali. Certo sorge almeno una domanda: ma può aver senso che un’opera passi direttamente dallo studio dell’artista all’asta? La risposta ce la darà il tempo e la circolazione dell’opera!
Fonte: Il Sole 24 Ore